Salvini gira col mitra e comanda anche l’esercito

SALVINI GIRA COL MITRA E COMANDA ANCHE L’ESERCITO

Ci sono due possibilità: che continui la solita routine per altri 10/20 anni e allora saremo un po’ più poveri e ci volteremo indietro a guardare questo periodo come adesso guardiamo agli anni con Berlusconi al potere; oppure che succeda qualcosa di grosso, come un’altra crisi economica mondiale, l’implosione dell’Europa, una guerra che ci coinvolga, tutte queste cose insieme.

In questa seconda possibilità, guarderemo a questo preciso momento storico e ci chiederemo: come è stato possibile? Come è stato possibile che abbiamo lasciato correre tutto, che non abbiamo visto dove stavamo andando a sbattere, tutti i sintomi del fascismo lì in bella mostra, non ci siamo preoccupati dei campi di concentramento in Libia finanziati da noi, del razzismo, abbiamo ignorato l’intolleranza verso qualunque diversità, l’omofobia, bambini bulli che minacciano di spedire ad Auschwitz i compagni, le persone lasciate annegare nel Mediterraneo e tanto altro.
Allora, ci chiederemo di chi è la colpa; chi ha dato il via alla cosa e sdoganato certi comportamenti, chi ha fatto finta di non vedere, chi per protestare ha dato il potere a questi, chi è stato incapace di fare sintesi e fronte comune e si è disperso in mille rivoli.
LA RISPOSTA È CHE LA COLPA È DI TUTTI NOI. Ma proprio tutti, nessuno escluso.
Finché continueremo ad attribuircela a vicenda non ne usciremo mai.

Solo se ciascuno accetterà di avere una parte di responsabilità avremo qualche speranza.

PS: nel frattempo, il mondo va avanti incurante e tra 10 anni, probabilmente, continuando ad inquinare così avremo innescato l’autodistruzione; tutto il resto sarà noia.

La svolta epocale del lavoro

Roomba3g

Non ci sarà più lavoro per tutti e non ci sarà alcuna possibilità di tornare alla piena occupazione.
Questo accadrà presto, molto prima di quello che ci aspettiamo. E non è detto sia un male, purché la cosa venga gestita.

Da qualche tempo non faccio che ripeterlo a tutti e, giusto oggi, ho letto due articoli al riguardo, entrambi collegati alla galassia grillina: uno addirittura sul sito di Beppe Grillo (via HP), dove non capitavo da anni, e uno sull’HP.

D’altra parte, ci pare sempre più normale far pulire casa ad un robot e pensiamo sempre meno dell’aiuto di un collaboratore o una collaboratrice domestica (in altri tempi: donna delle pulizie). Ci pare normale fare tutto via Home Banking, senza andare a fare la fila nella filiale della banca. E questi sono solo due minuscoli esempi, comprensibili a tutti. Ma tutto ciò è parte del mio lavoro quotidiano.

Ora il punto è riuscire ad immaginare e a proporre una visione di società dove questo fatto incontestabile e incontrovertibile si traduca in vantaggi per tutti e non, come accaduto fino ad oggi, in inimmaginabile concentrazione di ricchezza in mano di pochi.

Questo è esattamente il compito della politica di oggi. E spero che un qualche partito di sinistra si decida a fare questa analisi culturale e a fare propria queste e altre questioni epocali. Saranno le risposte che decideremo di dare oggi a plasmare la società dei prossimi anni. Le potenzialità positive sono enormi, ma vanno perseguite con consapevolezza, oppure prevarranno le cose negative.

Perciò lo ripeto: non ci sarà più lavoro per tutti e non ci sarà alcuna possibilità di tornare alla piena occupazione. Questo accadrà presto, molto prima di quello che ci aspettiamo. E non è detto sia un male, purché la cosa venga gestita.

La grande transizione matrioska

La politica serve solo se affronta questioni planetarie. La sinistra serve solo se lavora perché la grande transizione porti giorni migliori per i molti e non per i pochi.

Publiée par Giuseppe Civati sur Vendredi 2 mars 2018

Elezioni 2018

logo LEU

A due giorni dal voto ho deciso di dichiarare per chi voterò questa volta: Liberi e Uguali.

Avevo già da tempo deciso di non votare PD; potrei sbagliarmi, non so, però proprio il bilancio della legislatura precedente mi ha convinto che non potevo più dare il mio voto a quel partito. Su questo punto preciso potrei dilungarmi a lungo, ma ne ha scritto bene Luca Sofri qui, e prendo per buone le sue parole. Riporto giusto la conclusione, ma è interessante tutto il pezzo:

Non votare il Partito Democratico non significa “fare il gioco dei fascisti, o dei grillini”: significa dire “fate le cose meglio e ne riparliamo”; significa dire “il mio voto non è gratis”; significa dire “not in my name”; significa dire “se volevi convincermi candidavi Luigi Manconi invece di Tommaso Cerno” (non ho niente contro Tommaso Cerno, ma ce l’ho con un partito che decide i candidati senza nessuna ragione comprensibile); significa dire “devi smettere di approfittartene, e piantarla con questo ricattino”. Significa dare un valore lungimirante e costruttivo all’astensione, o al voto per candidati dignitosissimi fuori dal PD.
Da zero a dieci tutti gli altri sono partiti tra il 2 e il 4: bocciati senza dubbio. Il PD è tra il 5 e il 6: in questi casi certi professori promuovono “per incoraggiamento”, certi bocciano sperando che impari qualcosa e faccia meglio l’anno prossimo. Hanno buone ragioni entrambi: quando si tratta di ragazzi al liceo io di solito sto coi primi, quando si tratta di gente che ci marcia e destini di tutti quanti sono ogni volta molto indeciso.

Dunque, appurato che non volevo votare turandomi il naso ed escludendo categoricamente l’ipotesi di astenermi, le scelte che rimangono sono due: votare chi mi convince di più o dare un “voto utile“.

Per me il voto utile, in questa fase, sarebbe votare chi ha più speranza di rompere gli equilibri e magari consegnarci un Paese con un quadro politico più contendibile. In altre parole, il Movimento 5 Stelle. Non me la sento. E’ troppo. Sono talmente tanti, in questo momento, i punti di divergenza con loro, sui contenuti e sul metodo, che proprio non ce la faccio. Il fatto stesso che io l’abbia seriamente preso in considerazione, per chi mi conosce, è rappresentativo della situazione nella quale siamo arrivati.

Per una volta nella vita, quindi, scelgo di votare chi mi convince di più, cioè Liberi e Uguali. Sia ben chiaro che non tutto mi convince completamente, ci sono tante cose che mi lasciano perplesso. Rimane però la formazione politica che mi convince di più, la più distante dalla destra xenofoba o razzista o fascista o oscurantista o Berlusconi e al contempo capace di proporsi come forza di governo, non solo di opposizione. E il programma è largamente condivisibile.

Non nascondo poi che l’aver conosciuto e l’aver in parte affiancato in questa campagna elettorale le candidate di Liberi e Uguali nel mio collegio, Irene Bregola alla Camera ed Eulalia Grillo al Senato, mi ha tolto ogni dubbio: due belle persone che meritano il mio voto.

Infine, giusto mentre scrivevo questo post, mi è arrivato un messaggio che mi segnalava questo video, e i dubbi sono finiti. In fondo, solo da loro ho sentito parlare di governare la grande trasformazione indotta dall’automazione e dall’intelligenza artificiale; ci lavoro tutti i giorni, so cosa significa e quanto sia importante.

La grande transizione matrioska

La politica serve solo se affronta questioni planetarie. La sinistra serve solo se lavora perché la grande transizione porti giorni migliori per i molti e non per i pochi.

Publiée par Giuseppe Civati sur Vendredi 2 mars 2018

Il bilancio della legislatura

Sento il bisogno, anche per fare chiarezza dentro di me e capire cosa fare nel prossimo futuro, di scrivere il mio bilancio di questa legislatura. Per me non è tutta da buttare, ma si porta dietro comunque molti aspetti negativi.

Prima le cose positive, poi quelle negative.

La legge sul fine vita e sul testamento biologico, quella sul dopo di noi (per le persone disabili quando i loro genitori muoiono), la legge sulle unioni civili, il divorzio breve, la legge sui testimoni di giustizia sono per me provvedimenti estremamente positivi, che fanno fare all’Italia passi in avanti importanti nella classifica di civiltà, classifica dove stavamo certamente perdendo posizioni. Sono temi difficili e delicati, non tutti concordano e la mia anima cattolica su alcuni aspetti è in difficoltà, ma sono temi che un paese moderno deve affrontare.
Ritengo estremamente positivi anche i provvedimenti in tema di digitalizzazione e semplificazione della burocrazia; sono cose meno appariscenti, ma con ricadute enormi delle quali ci renderemo conto in futuro. Mi riferisco ad esempio al 730 precompilato, che sembra una cosa da niente, ma penso sia il vero motivo per il quale il Governo Renzi ha perso l’appoggio dei sindacati.
Ma enorme è anche il lavoro di Diego Piacentini e la sua rivoluzione: la digitalizzazione della pubblica amministrazione; è una rivoluzione silente, ma gli impatti (a meno che il prossimo governo non blocchi tutto) saranno enormi. Penso all’anagrafe unica, all’identità digitale, alla piattaforma Pago Pa per i pagamenti e a molto altro.
Anche in tema di economia ed equità ritengo che siano stati fatte alcune buone cose: gli 80 Euro (ebbene sì: io li reputo positivi, perché sono stati un modo vero di abbassare le tasse sul lavoro per chi lavora, senza gli effetti negativi dell’evasione fiscale), il canone RAI in bolletta, regole diverse per i bilanci degli enti locali, la capacità di intercettare occasioni e portare investimenti in Italia. Sono alcuni esempi, ma c’è anche altro.

La legge sulla tortura rientra nel novero delle cose positive, ma non così positive: è stata fatta (che è molto), ma è stata fatta male.
Nella stessa categoria metto anche i nuovi ammortizzatori sociali basati sul sostegno alla persona e non sulla conservazione del posto di lavoro. Condivido il concetto, ma dovevano essere universali (cioè per tutti, indistintamente), non limitati nel tempo (se perdi il lavoro, ti sostengo finché non ne trovi un altro o finché non te lo trovo io e tu lo rifiuti) e strutturali (cioè validi per sempre, non da dover rifinanziare ogni anno, col risultato che i prossimi governi se ne “dimenticheranno”).

Infine veniamo all’elenco delle cose negative, che purtroppo è estremamente lungo e, soprattutto, pesante.

Si parte con lo Sblocca Italia dove (semplifico enormemente) si è tolto il controllo degli enti locali sugli inceneritori e dove sono state prorogate le concessioni autostradali in modo improprio (secondo le regole europee) e comunque secondo me totalmente sbagliato.
La cosa per me più insopportabile è stata comunque la riforma dell’articolo 18 (contenuta nel famoso Jobs Act). Insopportabile anche perché corredata da un corollario di falsità a mezzo stampa veramente imbarazzante: non conto ad esempio il numero di volte in cui ho letto che si aboliva il reintegro “in caso di licenziamento per motivi economici”; in realtà anche prima non c’era alcun reintegro in caso di licenziamento per motivi economici, e neppure alcun indennizzo; il reintegro era in caso di licenziamento per FALSI motivi economici, cioè se l’azienda finge di avere problemi economici inesistenti per giustificare un licenziamento!
In generale, tutto ciò che si diceva di voler introdurre con quella riforma era con ogni probabilità già stato introdotto dalla riforma Fornero, alla quale neppure si è dato il tempo di produrre i suoi effetti prima di intervenire ulteriormente con una modifica che, nei fatti, può andare ben oltre quanto sbandierato.
Ritengo sia stata disastrosa la gestione della questione banche, e in particolare (per ovvie ragioni geografiche) della Cassa di Risparmio di Ferrara, sostanzialmente lasciata fallire insieme a Banca Etruria e alle altre, mentre per casi analoghi sono state trovate soluzioni diverse. Soprattutto non ho mandato giù il fatto che i piccoli risparmiatori ferraresi siano stati dipinti come avidi speculatori per aver comprato azioni o obbligazioni subordinate, come se rendessero molto (rendevano circa come i BOT!). Ho faticato molto a ritrovare il prospetto informativo delle famose obbligazioni subordinate e a rileggerlo sono stato male per la fatica di capire che erano obbligazioni subordinate.
È stato un’enorme delusione il fallimento della riforma costituzionale; non era una gran riforma, ma io ero convinto che fosse un miglioramento necessario ed urgente; invece il referendum non è passato, a mio avviso perché Renzi l’ha fatto diventare un plebiscito su sé stesso anziché sul merito e perché non è stato capace di creare consenso allargando il campo.
Questo atteggiamento più in generale è stato uno delle cause di una delle peggiori eredità di questa legislatura, cioè un generale imbarbarimento del dialogo istituzionale e del rapporto tra le istituzioni, nonché una sfiducia sempre più profonda di gran parte delle persone.
Non condivido per niente la linea del governo sulla gestione dei migranti, vale a dire l’opera di Minniti. Certamente i flussi si sono ridotti, ma a quale prezzo? Abbiamo dimenticato cos’è l’umanità, cos’è l’accoglienza, cos’è la solidarietà, valori che dovrebbero essere alla base della nostra civiltà. La soluzione doveva e poteva essere quella di una gestione europea del problema, ma è mancata la forza politica di imporla fino alla fine e farla attuare, dopo i proclami iniziali.
Non condivido l’abolizione dell’IMU (o una qualunque delle altre sigle equivalenti) sulla prima casa, che era un modo per rendere il fisco più giusto e più equo. Non condivido per niente la normativa sulla residenza (contenuta nel decreto “Piano Casa”) che privava i senza-fissa-dimora di diritti fondamentali, salvo ripristinarli ad un anno di distanza con una circolare esplicativa.

C’è sicuramente altro, in positivo e in negativo, ma mi fermo qua. Penso sia abbastanza.

Sugli attentati a Parigi

Per non dimenticare i ragionamenti che ho trovato in questi articoli, segno anche qua il link per recuperarli. Pro-memoria.

Saranno rincuorati da qualsiasi segno di reazione esagerata, di divisione, di paura, di razzismo, di xenofobia.

(Internazionale)

Quando l’Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’hanno richiamato all’ordine e hanno organizzato la coalizione americo-saudita che, con i bombardamenti, gli ha messo dei paletti: non più in là di tanto in Iraq, mano libera in Siria per far cadere Assad. Il tutto mentre da ogni parte, in Medio Oriente, si levava la richiesta di combatterlo seriamente, di eliminarlo, anche mandando truppe sul terreno.

(Famiglia Cristiana)

Cosa ci resto a fare nel PD?

https://www.flickr.com/photos/ilfattoquotidiano/7973640600

Alcuni recenti eventi di natura personale mi stanno facendo riconsiderare le mie priorità; a questi si aggiungono alcuni eventi politici. Il tutto mi porta a domandarmi: cosa ci resto a fare nel PD?

Ci sono due eventi politici importanti che mi sconfortano: la legge di stabilità e la decadenza del Sindaco di Roma, Ignazio Marino.

(altro…)

Gender e logica (eh?)

Gender signs

Non riesco più a sopportare di leggere ovunque le posizioni degli oppositori della cosiddetta “teoria del gender” per un motivo molto semplice: perché il loro ragionamento è fallace. Io adoro la logica (intesa in senso matematico) e, pur non essendo un esperto della materia, provo fastidio quando un ragionamento è palesemente illogico. Seguitemi. (altro…)

Pensieri sulle elezioni regionali

Annoto qui, soprattutto come pro-memoria personale, alcune considerazioni sparse sulle elezioni regionali di ieri; a caldo e, dunque, non ancora del tutto elaborate.

  • Il dato della bassa affluenza è il più importante ed è drammatico; la disaffezione verso la politica e in particolare verso le regioni ha raggiunto livelli patologici; credo che nessuno, in questo contesto, possa gridare alla vittoria.
  • La Lega è andata benissimo, superando direi ovunque Forza Italia sia come lista, sia come risultato del candidato presidente (insieme a FDI e AN, contro quello di FI e alleati vari).
  • Forza Italia è andata malissimo; infatti, ha vinto solo dove alleata con la Lega (in Liguria grazie anche alla divisione a sinistra) e ha perso anche contro Toti in Puglia.
  • Il M5S è molto lontano dall’essere in dissoluzione, come in molti erroneamente ritenevano.
  • Pastorino è andato bene, meglio delle previsioni e meglio degli ultimi (e penultimi) esperimenti a sinistra, ma non benissimo; personalmente mi aspettavo superasse il 10%; inoltre in quella regione il sostegno a lui era molto più trasversale del solo Civati e, dunque, credo che quel risultato non possa essere esteso a livello nazionale (per ora; ma sicuramente lavoreranno perché avvenga); molto indicativo è, ad ogni modo, il 3% di voto disgiunto, un tipo di voto molto difficile da fare e che testimonia una insofferenza molto forte di pezzi del PD nei confronti della candidata Paita.
  • Il PD è andato oggettivamente male; le dichiarazioni sono ovviamente di segno opposto, ma secondo me è innegabile che in Veneto sia stata una disfatta (inizialmente imprevista, poi annunciata, ma inaspettata nelle dimensioni), in Umbria una vittoria meno scontata del previsto, in Toscana probabimente il PD e Rossi si aspettavano di andare meglio, in Liguria siamo allo psicodramma (e ci arrivo).
  • In Liguria a sinistra hanno perso tutti e ha vinto il centrodestra (e in particolare NCD e affini che prima hanno sostenuto e fatto vincere Paita alle primarie e poi l’hanno fatta perdere); la sconfitta è iniziata con l’avere liquidato in un niente le proteste sui brogli alle primarie ed è continuata nell’essersi comportati come se l’uscita di pezzi del PD non fosse un problema del quale preoccuparsi (salvo poi accusarli quando ci si è resi conto che non erano poi così marginali), nell’incapacità di fare sintesi sia nel PD sia fuori dal PD. Oggi vorrei leggere dichiarazioni in questo senso, invece di cori trionfanti di alcuni sostenitori di Pastorino e accuse feroci di alcuni pezzi del PD, ad esempio la candidata presidente Paita. La sconfitta è di tutti; poi ognuno ne darà, legittimamente, una lettura diversa (per alcuni, anche a sinistra, è meglio veder vincere Toti che la Paita, per altri è il contrario); ma io ritengo che tutta la sinistra dovrebbe ambire a trovare una sintesi condivisa e che quello debba essere l’orizzonte di riferimento nel medio e lungo periodo.
  • Il futuro della Campania è un punto molto delicato; come gestirà Renzi l’obbligo di procedere, con un atto che è tecnicamente dovuto e non una scelta politica, a sospendere il vincitore De Luca? Temporeggiamento, decreto, altro? Sarà molto interessante da osservare, e delicato.