Non ci sarà più lavoro per tutti e non ci sarà alcuna possibilità di tornare alla piena occupazione.
Questo accadrà presto, molto prima di quello che ci aspettiamo. E non è detto sia un male, purché la cosa venga gestita.
Da qualche tempo non faccio che ripeterlo a tutti e, giusto oggi, ho letto due articoli al riguardo, entrambi collegati alla galassia grillina: uno addirittura sul sito di Beppe Grillo (via HP), dove non capitavo da anni, e uno sull’HP.
D’altra parte, ci pare sempre più normale far pulire casa ad un robot e pensiamo sempre meno dell’aiuto di un collaboratore o una collaboratrice domestica (in altri tempi: donna delle pulizie). Ci pare normale fare tutto via Home Banking, senza andare a fare la fila nella filiale della banca. E questi sono solo due minuscoli esempi, comprensibili a tutti. Ma tutto ciò è parte del mio lavoro quotidiano.
Ora il punto è riuscire ad immaginare e a proporre una visione di società dove questo fatto incontestabile e incontrovertibile si traduca in vantaggi per tutti e non, come accaduto fino ad oggi, in inimmaginabile concentrazione di ricchezza in mano di pochi.
Questo è esattamente il compito della politica di oggi. E spero che un qualche partito di sinistra si decida a fare questa analisi culturale e a fare propria queste e altre questioni epocali. Saranno le risposte che decideremo di dare oggi a plasmare la società dei prossimi anni. Le potenzialità positive sono enormi, ma vanno perseguite con consapevolezza, oppure prevarranno le cose negative.
Perciò lo ripeto: non ci sarà più lavoro per tutti e non ci sarà alcuna possibilità di tornare alla piena occupazione. Questo accadrà presto, molto prima di quello che ci aspettiamo. E non è detto sia un male, purché la cosa venga gestita.