Salvini gira col mitra e comanda anche l’esercito

SALVINI GIRA COL MITRA E COMANDA ANCHE L’ESERCITO

Ci sono due possibilità: che continui la solita routine per altri 10/20 anni e allora saremo un po’ più poveri e ci volteremo indietro a guardare questo periodo come adesso guardiamo agli anni con Berlusconi al potere; oppure che succeda qualcosa di grosso, come un’altra crisi economica mondiale, l’implosione dell’Europa, una guerra che ci coinvolga, tutte queste cose insieme.

In questa seconda possibilità, guarderemo a questo preciso momento storico e ci chiederemo: come è stato possibile? Come è stato possibile che abbiamo lasciato correre tutto, che non abbiamo visto dove stavamo andando a sbattere, tutti i sintomi del fascismo lì in bella mostra, non ci siamo preoccupati dei campi di concentramento in Libia finanziati da noi, del razzismo, abbiamo ignorato l’intolleranza verso qualunque diversità, l’omofobia, bambini bulli che minacciano di spedire ad Auschwitz i compagni, le persone lasciate annegare nel Mediterraneo e tanto altro.
Allora, ci chiederemo di chi è la colpa; chi ha dato il via alla cosa e sdoganato certi comportamenti, chi ha fatto finta di non vedere, chi per protestare ha dato il potere a questi, chi è stato incapace di fare sintesi e fronte comune e si è disperso in mille rivoli.
LA RISPOSTA È CHE LA COLPA È DI TUTTI NOI. Ma proprio tutti, nessuno escluso.
Finché continueremo ad attribuircela a vicenda non ne usciremo mai.

Solo se ciascuno accetterà di avere una parte di responsabilità avremo qualche speranza.

PS: nel frattempo, il mondo va avanti incurante e tra 10 anni, probabilmente, continuando ad inquinare così avremo innescato l’autodistruzione; tutto il resto sarà noia.

Elezioni 2018

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A due giorni dal voto ho deciso di dichiarare per chi voterò questa volta: Liberi e Uguali.

Avevo già da tempo deciso di non votare PD; potrei sbagliarmi, non so, però proprio il bilancio della legislatura precedente mi ha convinto che non potevo più dare il mio voto a quel partito. Su questo punto preciso potrei dilungarmi a lungo, ma ne ha scritto bene Luca Sofri qui, e prendo per buone le sue parole. Riporto giusto la conclusione, ma è interessante tutto il pezzo:

Non votare il Partito Democratico non significa “fare il gioco dei fascisti, o dei grillini”: significa dire “fate le cose meglio e ne riparliamo”; significa dire “il mio voto non è gratis”; significa dire “not in my name”; significa dire “se volevi convincermi candidavi Luigi Manconi invece di Tommaso Cerno” (non ho niente contro Tommaso Cerno, ma ce l’ho con un partito che decide i candidati senza nessuna ragione comprensibile); significa dire “devi smettere di approfittartene, e piantarla con questo ricattino”. Significa dare un valore lungimirante e costruttivo all’astensione, o al voto per candidati dignitosissimi fuori dal PD.
Da zero a dieci tutti gli altri sono partiti tra il 2 e il 4: bocciati senza dubbio. Il PD è tra il 5 e il 6: in questi casi certi professori promuovono “per incoraggiamento”, certi bocciano sperando che impari qualcosa e faccia meglio l’anno prossimo. Hanno buone ragioni entrambi: quando si tratta di ragazzi al liceo io di solito sto coi primi, quando si tratta di gente che ci marcia e destini di tutti quanti sono ogni volta molto indeciso.

Dunque, appurato che non volevo votare turandomi il naso ed escludendo categoricamente l’ipotesi di astenermi, le scelte che rimangono sono due: votare chi mi convince di più o dare un “voto utile“.

Per me il voto utile, in questa fase, sarebbe votare chi ha più speranza di rompere gli equilibri e magari consegnarci un Paese con un quadro politico più contendibile. In altre parole, il Movimento 5 Stelle. Non me la sento. E’ troppo. Sono talmente tanti, in questo momento, i punti di divergenza con loro, sui contenuti e sul metodo, che proprio non ce la faccio. Il fatto stesso che io l’abbia seriamente preso in considerazione, per chi mi conosce, è rappresentativo della situazione nella quale siamo arrivati.

Per una volta nella vita, quindi, scelgo di votare chi mi convince di più, cioè Liberi e Uguali. Sia ben chiaro che non tutto mi convince completamente, ci sono tante cose che mi lasciano perplesso. Rimane però la formazione politica che mi convince di più, la più distante dalla destra xenofoba o razzista o fascista o oscurantista o Berlusconi e al contempo capace di proporsi come forza di governo, non solo di opposizione. E il programma è largamente condivisibile.

Non nascondo poi che l’aver conosciuto e l’aver in parte affiancato in questa campagna elettorale le candidate di Liberi e Uguali nel mio collegio, Irene Bregola alla Camera ed Eulalia Grillo al Senato, mi ha tolto ogni dubbio: due belle persone che meritano il mio voto.

Infine, giusto mentre scrivevo questo post, mi è arrivato un messaggio che mi segnalava questo video, e i dubbi sono finiti. In fondo, solo da loro ho sentito parlare di governare la grande trasformazione indotta dall’automazione e dall’intelligenza artificiale; ci lavoro tutti i giorni, so cosa significa e quanto sia importante.

La grande transizione matrioska

La politica serve solo se affronta questioni planetarie. La sinistra serve solo se lavora perché la grande transizione porti giorni migliori per i molti e non per i pochi.

Publiée par Giuseppe Civati sur Vendredi 2 mars 2018

Sugli attentati a Parigi

Per non dimenticare i ragionamenti che ho trovato in questi articoli, segno anche qua il link per recuperarli. Pro-memoria.

Saranno rincuorati da qualsiasi segno di reazione esagerata, di divisione, di paura, di razzismo, di xenofobia.

(Internazionale)

Quando l’Isis si è allargato troppo, i suoi mallevadori l’hanno richiamato all’ordine e hanno organizzato la coalizione americo-saudita che, con i bombardamenti, gli ha messo dei paletti: non più in là di tanto in Iraq, mano libera in Siria per far cadere Assad. Il tutto mentre da ogni parte, in Medio Oriente, si levava la richiesta di combatterlo seriamente, di eliminarlo, anche mandando truppe sul terreno.

(Famiglia Cristiana)

Gender e logica (eh?)

Gender signs

Non riesco più a sopportare di leggere ovunque le posizioni degli oppositori della cosiddetta “teoria del gender” per un motivo molto semplice: perché il loro ragionamento è fallace. Io adoro la logica (intesa in senso matematico) e, pur non essendo un esperto della materia, provo fastidio quando un ragionamento è palesemente illogico. Seguitemi. (altro…)

Post dal treno

Questo è un post con duplice funzione.

In primo luogo, è una prova per vedere se il programma ufficiale di WordPress per Android funziona e come. Pare funzioni, ma sono orrendi gli avatar standard visualizzati nel pannello di amministrazione. Inoltre, ha pochissime opzioni di formattazione (neppure gli elenchi).

In secondo luogo, è un modo per tornare a dire qualche cosa di me, deducibile dalle righe qui sopra:
– ho abbandonato l’iPhone per Android (ma non i Mac);
– vado ancora a lavorare lontano da casa;
– ho ripreso ad andare in treno, invece che in auto (e ne sono contentissimo).

Altro?

Salvare il blog di Splinder

Intanto ho portato qui, integrandolo in questo, il mio vecchio blog su Splinder, dato che a breve Splinder chiuderà.

Per farlo ho seguito le indicazioni scritte qui (via Beggi), integrate con le note che si trovano qui, per risolvere un fastidioso problema di timeout, dovuto alla lentezza di Splinder.

Chissà che questo non mi faccia tornare la voglia.

Sulla manovra

Mi sento offeso dal fatto che il PD ritiene che il contributo di solidarietà vada a colpire il ceto medio. Scusate, ma 90.000 EUR di reddito all’anno per una persona a me non sembrano da ceto medio.
Leggo che la percentuale di dichiarazioni dei redditi che arriva a tali cifre è inferiore al 2%. Dico, inferiore al 2%. Vogliamo veramente parlare di ceto medio? Può forse essere ceto medio nella realtà, ma non certo nei dati delle dichiarazioni dei redditi, che sono quelli che contano in questo caso.

Non è forse che, invece, questi signori si trincerano dietro questa battaglia, per difendere, ancora una volta, il proprio stipendio da parlamentare (che verrebbe tassato il doppio rispetto agli altri) e quello dei propri amici ricchi?

Invece, condivido il fatto che, ancora una volta, si colpisce chi già paga le tasse, mentre le misure contro l’evasione fiscale siano nulle. Questa è l’ingiustizia.

Bello l’articolo ceto medio a chi? di Rosaria Amato, che contiene queste e molte altre interessanti considerazioni.