Più alto che educato

Tornando a casa dal lavoro, Caterpillar ha gettato una nuova luce sulla Melandri, facendomi scoprire che:

  • ieri, a Porta a Porta, Berlusconi ha detto alla Bindi: “ho sempre pensato che lei fosse più bella che intelligente”;
  • oggi, la Melandri replica, sostenendo che Berlusconi è “più alto che educato”;

Fantastico.

Bocciato il lodo Alfano

La bocciatura del lodo Alfano mi riaccende un minimo di speranza per questo Paese che, altrimenti, mi sembrava ormai allo sfascio totale.

La cosa strana è che basta così poco: ci siamo abituati a tanti e tali continui avvenimenti alucinanti che ci stupiamo di un gruppo di giudici che fa il proprio lavoro senza farsi condizionare dalle minacce di dimissioni e altre varie roboanti conseguenze.

Marino sulla Ru486

In questo caso, faccio un copia e incolla di questo post sul sito di Marino. Troppo condivisibile.

Ignazio ha affermato oggi che “è semplicemente ridicolo pensare che un’indagine conoscitiva, condotta da una commissione legislativa composta da politici, possa valutare ciò che è stato fatto per anni da tecnici americani, europei e italiani, esperti di farmacologia e medicina. Vale la pena ricordare che la Ru486 non è un farmaco sperimentale, esiste da anni, è utilizzato in molti paesi, ed è stato studiato e autorizzato dagli organismi più importanti a livello mondiale: la Fda per gli Stati Uniti e l’Emea per tutta l’Europa. L’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) deve poter procedere in maniera indipendente senza sentire sulla testa la spada di Damocle di una Commissione del Senato che indaga non si sa bene perché”.

Ignazio ha concluso affermando che “la politica dovrebbe perdere l’abitudine di mescolare i propri obiettivi interni con le questioni tecniche che richiedono percorsi e competenze specifiche”.

La Daddario ad Annozero

Torno a scrivere su questo spazio dopo quasi un mese di inattività, durante il quale mi sono successe un’infinità di cose, con un post molto simile al precedente: due pensieri su Berlusconi e la Daddario, in particolare per la
sua presenza ad Annozero di ieri sera.

Il primo pensiero è che tutti i giornali e le televisioni del mondo, compresa la RAI, parlarono della storia di Bill Clinton e del sesso orale (e gratuito) nella camera ovale. Perché ora non dovrebbero parlare del sesso vero (e a pagamento, anche se pagato pare da altri) di Berlusconi a palazzo Grazioli e/o villa Certosa? Perché deve essere considerato gossip e non una notizia che gli Italiani hanno il diritto di sapere?

Il secondo pensiero riguarda chi dice che nel servizio pubblico non dovrebbe esserci spazio per certe frivolezze. Il fatto che non siano frivolezze è già stato discusso poche righe sopra, ma, anche ammettendo che lo siano, non capisco perché nessuno dice
nulla, ad esempio, di frivolezze come L’Isola dei Famosi o X-Factor.

Il clima da censura è evidente, palpabile e scandaloso, pensando anche alla questione Dandini.
E io che rivorrei Luttazzi in televisione…

Responsabilità penali per Berlusconi

Una delle notizie di oggi è che Berlusconi non avrebbe responsabilità penali nella questione legata a Tarantini e alle escort (leggasi prostitute), almeno stando alle dichiarazioni rese da Tarantini stesso, che afferma di aver presentato le ragazze a Berlusconi come sue amiche.

Ho due riflessioni.

La prima è che, mi par di capire, le non responsabilità penali di Berlusconi deriverebbero dal fatto di non aver pagato per quelle ragazze, cioè di essere effettivamente solo il famoso “utilizzatore finale”. Non sono sicuro di aver capito bene, ma, se è effettivamente così, mi pare ugualmente inaccettabile dal punto di vista politico, e non solo.

La seconda riflessione è che, se effettivamente le cose stanno come sopra ipotizzato, mi pare piuttosto improbabile che Berlusconi pensasse effettivamente che non ci fosse alcun tornaconto per le amiche offerte da Tarantini: non lo faccio così ingenuo.

Quindi, dal mio punto di vista, può anche essere che non ci siano responsabilità penali, ma questo non toglie nulla alla gravità degli eventi.

E in mezzo ci mettiamo D’Alema, che pare fosse anche lui in stretti rapporti con Tarantino. Vedremo anche in questo caso cosa dirà la magistratura in merito a questi rapporti.

In difesa della libertà di stampa

Ecco l’appello di Franco Cordero, Stefano Rodotà e Gustavo Zagrebelsky pubblicato su questa pagina de La Repubblica e che invito tutti a firmare:

L’attacco a “Repubblica”, di cui la citazione in giudizio per diffamazione è solo l’ultimo episodio, è interpretabile soltanto come un tentativo di ridurre al silenzio la libera stampa, di anestetizzare l’opinione pubblica, di isolarci dalla circolazione internazionale delle informazioni, in definitiva di fare del nostro Paese un’eccezione della democrazia. Le domande poste al Presidente del Consiglio sono domande vere, che hanno suscitato interesse non solo in Italia ma nella stampa di tutto il mondo. Se le si considera “retoriche”, perché suggerirebbero risposte non gradite a colui al quale sono rivolte, c’è un solo, facile, modo per smontarle: non tacitare chi le fa, ma rispondere.

Invece, si batte la strada dell’intimidazione di chi esercita il diritto-dovere di “cercare, ricevere e diffondere con qualsiasi mezzo di espressione, senza considerazioni di frontiere, le informazioni e le idee”, come vuole la Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo del 1948, approvata dal consesso delle Nazioni quando era vivo il ricordo della degenerazione dell’informazione in propaganda, sotto i regimi illiberali e antidemocratici del secolo scorso.

Stupisce e preoccupa che queste iniziative non siano non solo stigmatizzate concordemente, ma nemmeno riferite, dagli organi d’informazione e che vi siano giuristi disposti a dare loro forma giuridica, senza considerare il danno che ne viene alla stessa serietà e credibilità del diritto.

Franco Cordero
Stefano Rodotà
Gustavo Zagrebelsky

Sciopero dei blog

Alessandro Giglioli dal suo blog lancia un’interessante iniziativa contro la famigerata legge che obbligherà anche i blog, come le testate giornalistiche professionistiche, all’obbligo di rettifica entro 24 ore. Per inciso, si tratta di una legge che contiene una norma a mio avviso assurda, che viene definita “ammazza internet” e che, molto probabilmente, porterà tra le altre cose mi porterà a chiudere questo blog: non ho alcuna intenzione di impegnarmi ad essere sempre reperibile via mail e a modificare questo blog a richiesta, per evitare multe salatissime.

Si tratta di uno sciopero dei blog, cioè una giornata di silenzio dei blogger e, per estensione, di tutti gli utenti attivi su internet. Silenzio sui blog e sui vari social network: Facebook, FriendFeed, Twitter e gli altri.

In molto hanno già aderito (lista 1, lista 2) e in molti altri aderiranno. Anche io aderisco e invito tutti i (pochi) lettori di questo blog a fare altrettanto e a far circolare la notizia.

D’Alema scende in campo

Dopo il discorso di ieri di Veltroni, scende in campo anche D’Alema, così diventa del tutto evidente chi c’è dietro Fransceschini e Bersani.

Credo che Veltroni potesse tranquillamente evitare le sua uscita perché, dopo la sua gestione fallimentare del PD, qualunque ulteriore parola può solo disaffezionare gli elettori; intendo dire che il suo appoggio a Fransceschini gli farà perdere voti alle primarie.

Tuttavia, l’uscita di D’Alema è anche peggiore nei contenuti. Citando da La Repubblica:

Congresso pd, D’Alema all’attacco “Basta leaderismo plebiscitario”
ROMA – Difende quegli “apparati” da più parti additati come il freno alla riuscita del Pd. Contesta la tesi di chi li indica come gli unici responsabili delle “due disastrose sconfitte politiche” dei democratici. A passare per il principale responsabile dell’affossamento del pd Massimo D’Alema non ci sta. L’ex ministro degli Esteri lo dice chiaro e tendo: “Se si dà la colpa di non aver raggiunto il 40% dei consensi auspicato da Eugenio Scalfari agli apparati cattivi, non c’è discussione politica ma solo la ricerca della via per eliminare i cattivi e si finisce male”.

Si inizia con la voglia di eliminare le primarie (“basta leaderismo plebiscitario”) e dare un calcio nel sedere a ciò che di buono è rimasto in quel progetto di PD ancora incompiuto; si finisce con una minaccia. Non c’è male.

Mi dispiace molto per Bersani, perché il fatto di essere appoggiato da un D’Alema che dice cose simili mi fa allontanare molto dall’ipotesi di votarlo.

Update: ne parla anche Sofri