Scandalo protezione civile

Il punto chiave non è Guido Bertolaso.

Da un po’ di tempo avevo osservato che la Protezione Civile era diventata ormai più potente di un ministero in quanto, a differenza appunto dei ministeri, anche quelli più potenti, può spendere senza quasi limiti e senza chiedere “il permesso” a Tremonti. in più, le situazioni di emergenza da gestire stavano diventando le più disparate, ad esempio anche la preparazione del G8 che, di emergenza, secondo me non ha proprio niente. Peggio ancora, con la scusa dello stato di emergenza (che a volte scusa non è, ma penso sia stato utilizzato anche quando non necessario) i lavori hanno potuto essere assegnati anche senza appalto.

Una situazione del genere non può che essere terreno ideale per la crescita di un sistema di corruzione.

Il punto chiave, allora, non è Guido Bertolaso, che poteva o non poteva sapere, che poteva o non poteva essere direttamente coinvolto; la magistratura proverà ad appurarlo. Il punto chiave, secondo me, non sono neppure i vari arrestati, perché anche per loro, fino al termine del processo, c’è la presunzione di innocenza.

Il punto chiave penso sia il fatto che è stato permesso l’instaurarsi di una situazione del genere e che chi l’ha permesso, e parlo dell’attuale governo, non abbia valutato le probabilissime conseguenze. O forse le ha valutate, ma le ha sacrificate in cambio della possibilità di agire in fretta, sopra le righe, per ottenere risultati immediati che, altrimenti, a causa della nostra burocrazia, sarebbero stati impossibili.
Io penso che questo sacrificio sia inaccettabile; il fine, per me, non giustifica mai i mezzi. Penso che il lavoro da fare fosse colpire la burocrazia, invece di aggirarla, in modo da rendere possibile ottenere risultati senza dover forzare le regole.

Coppa America

coppa america

Domani ricomincia il trofeo velico più importante ed appassionante del mondo, la Coppa America.

Si torna finalmente in acqua, dopo anni di battaglie legali che hanno portato ad una sfida a due con imbarcazioni incredibili.

In diretta su La7 (libidine!!!) a partire dalla 10.00 del mattino. Devo prendermi un giorno di ferie? Per ora evito, ma lo registro con vCast, oppure guardo su La7.tv (doppia libidine!!!). Pare anche che il commento sia di Francesco De Angelis (doppia libidine, coi fiocchi!!!).

Libera Rete in libero Stato

Ricevo e volentieri riporto l’appello dei gruppo Diritto alla Rete, al quale ho aderito al tempo dello sciopero dei blog. Hanno in mente un’altra bella idea, facciamo circolare e partecipiamo!

Ci siamo. E’ partito on line il TAM TAM per l’evento che stiamo  organizzando mercoledì 23 dicembre a Roma, in piazza del Popolo, dalle ore 17 alle 19. Io, Alessandro Gilioli, Guido Scorza (Diritto alla Rete Network), Luisa Capelli (Meltemi Editore), Gianfranco Mascia e il suo gruppo del No B Day, Pippo Civati, Claudio Messora e molti altri: tutti connessi per promuovere l’evento in Rete.

Ci sdraieremo in silenzio, per 1 minuto. Poi disegneremo col gessetto la sagoma dei nostri corpi e scriveremo dentro il nome del nostro blog. Porteremo tanti bavagli bianchi. Lo slogan sarà “Libera Rete in libero Stato”. L’iniziativa è promossa Diritto alla Rete e dall’Istituto per le Politiche dell’Innovazione. Fate girare ovunque sia possibile!!

La forza del messaggio sta nel silenzio. Nessuno può interpretare, manipolare, provocare. Tanti corpi fermi a terra: il popolo della Rete in piazza del Popolo.

Sono contento che la mia idea sia piaciuta e spero abbia una grande eco anche fuori dall’Italia.

Un caro saluto a tutti.

Enzo Di Frenna
amministratore del Network

Era meglio il Lodo Alfano

Rispetto al nuovo disegno di legge sui tempi dei processi presentato al Senato era meglio il Lodo Alfano, ed è tutto dire.
Col Lodo sostanzialmente si garantiva l’impunità a Berlusconi per i suoi processi in corso e solo fino a quando sarebbe rimasto in carica; la nuova legge, invece, annulla (non rinvia, proprio annulla!) in un colpo i processi di Berlusconi su Fininvest e Mills e anche un’infinità di altri processi.

In sintesi, per evitare a Berlusconi i suoi processi, si garantisce l’impunità a quasi tutti e si distrugge quel poco che rimane del sistema giudiziario italiano a tutela della gente normale. Addio per sempre alla sperenza di avere anche in Italia un minimo di certezza della pena.

Per capirci, ho sentito che saltano immediatamente i processi ai “furbetti del quartierino”, agli 89 indagati per lo scandalo di malasanità legato al Santa Rita e forse anche il processo per i morti alla Thyssen.

Una roba allucinante, non accettabile.

Corona sul caso Marrazzo

Ad Annozero parla uno che di come girano i video compromettenti se ne intende eccome: Fabrizio Corona. E dice cose molto intelligenti e interessanti.
L’intervista parte circa a 2’30”; all’inizio è un po’ disturbata, ma poi migliora. Da vedere. (via EmmeBi)

Cosa pensa D’Alema di Marino

Una componente della mozione Marino di Ferrara mi segnala questo post di Gilioli che, in sostanza, si riduce al video qui sotto, dove D’Alema, «Senza nessuna polemica», afferma: «Marino è un mio collaboratore che si è preso la libertà di candidarsi». E molto altro.

Il PD è ora saldamente in mano a questo personaggio, e io rabbrividisco.

Sillogismo Mastella

Il titolo presente ora sull’homepage de La Rupubblica dice (link all’articolo):

Mastella: “Io e Sandra persone perbene solo segnalazioni, mai preso una lira”

Perchè? Da quando fare segnalazioni, cioè raccomandazioni, può andare di pari passo con l’essere persone perbene? Anche ammesso che non ci sia un tornaconto economico diretto?

Già, dimenticavo lo schifo di paese nel quale viviamo. Un parlamentare (attualmente europeo, ma sempre parlamentare) ci dice che raccomandare qualcuno è da persone perbene, e a noi ci sembra normale.

Il Primo Ministro non è eletto dal popolo

La cosa che più mi aveva stupido delle esternazioni di Berlusconi dopo la bocciatura del Lodo Alfano era la sua pretesa di essere eletto dal popolo, e quindi di essere migliore del Presidente della Repubblica o della Corte Costituzionale. Per meglio dire, non mi stupiva tanto la sua affermazione, quanto più il fatto che nessuno la contestasse.

Il Primo Ministro, infatti, non è affatto eletto dal popolo. Neppure si chiama Presidente (come piace a Berlusconi), semmai Presidente del Consiglio, per ricordarsi che non è certo il Presidente degli Italiani, ma soltanto il Presidente del Consiglio dei Ministri, o Primo Ministro appunto.

La nostra Costituzione, che grazie al cielo Berlusconi ancora non è riuscito a cambiare così in profondità, dice che il Primo Ministro è nominato dal Presidente della Repubblica, su indicazione dei partiti eletti alle Camere. Non siamo in una Repubblica Presidenziale.

La legge elettorale è stata via via modificata per portare quanto più possibile all’elezione diretta del Primo Ministro, storcendo le indicazioni della Costituzione.

Oggi, finalmente, trovo un articolo su La Repubblica nel quale, finalmente, si dice quello che ho scritto qui sopra. C’è anche un’ottima analisi che spiega che, in fondo, i voti presi da Berlusconi non sono affatto tanti.