Fondo di garanzia della CEI

Della proposta della CEI (altro link, per par condicio), che vuole istituire un fondo di garanzia per convincere le banche a dare prestiti alle famiglie in difficoltà perché hanno perso il lavoro, d’istinto non mi piacciono due cose:

  1. Il fatto che i prestiti saranno solo per le coppie sposate, anche se apprezzo il fatto che si accontentino di un matrimonio civile. Ma le coppie divorzate e risposate?
  2. Il fatto che i soldi siano raccolti tramite collette nelle parrocchie. Alla fine di tutto, quando le famiglie avranno restituito il denaro alle banche e con gli interessi, chi se li tiene quei soldi?

Mi preparo alla campagna elettorale della CEI

Dopo i timori sulla cosa bianca espressi qualche post fa, ora mi preparo all’offensiva della Chiesa.

Negli ultimi tempi c’è stata la presa di posizione contro il film con Moretti e sono arrivati addirittura a chiedere che gli attori facciano obiezione di coscienza contro i registi che chiedono di girare scene di sesso. Accidenti, l’obiezione di coscienza è una cosa seria!
Non si può farne un uso simile, soprattutto considerando che una parte della Chiesa considerava infami quelli che obiezione di coscienza la facevano sul serio, andando in prigione, per non fare il servizio militare. Per essere chiari, quella parte della Chiesa era quella dei cappellani militari, gli stessi dei quali faceva (fa?) parte l’attuale capo della CEI, mons. Bagnasco.

Poi, è capitato che il direttore de L’Avvenire, notoriamente molto legato a Ruini, fosse ospite al TG1 per commentare i fatti politici. Fatti politici. La Chiesa si arrogava il diritto di entrare nel dibattito pubblico per commentare temi etici, e già su questo piovevano critiche. Perché ora sono legittimati a commentare fatti politici?

Ora mi aspetto che la Chiesa assuma una posizione del tipo: “adesso che c’è un partito (o vari partiti) che si presenta da solo e che si dichiara Cristiano, il bravo Cattolico non può che votare quello”.
Una cosa simile la considererei di una gravità inaudita. Dichiaro ora che, se succedesse, interromperei immediatamente qualunque mia attività legata a parrocchia o diocesi e il mio impegno andrebbe a cercare che l’Agesci prendesse posizione chiara in merito, perché in caso contrario non capirei più cosa ci sto a fare in quell’associazione.
Occorrerebbe anche dare visibilità che quelle parti della Chiesa contrarie a interventi simili, e ce ne sono.

Ho messo le mani avanti, ma continuo comunque a sperare che tutto ciò non si verifichi.

La CEI NO, vi prego

Ha da ridire anche sulla crisi di governo.

Scrive Repubblica:

Per l’agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei serve “dare stabilità al sistema politico, attraverso prima di tutto la reciproca legittimazione dei partiti, e dunque un sistema di pesi e contrappesi che permetta una dialettica vivace e virtuosa, sulla base di un tessuto solido e condiviso di principi, scelte, identità”.

Anche in questa occasione perde una buona occasione per evitare di intralciare la politica italiana e fa un’affermazione che è estremamente politica. In pratica, prima di andare al voto vuole che si approvi un nuovo sistema elettorale che consenta di tornare alla DC (dare stabilità, legittimazione dei partiti piccoli, base di valori condivisi, etc.), il mio incubo peggiore.

Forse penso male, ma, come si dice, a pensare male non si sbaglia mai. Quel che è certo è che la parola “partito” non dovrebbe comparire in un comunicato di un organo della CEI nel quale si prende una posizione precisa.