A proposito del quorum dei referendum, la mia posizione è sempre stata che chi è contrario non dovrebbe astenersi, ma andare a votare “no”.
Ricordo che quando Craxi (mi pare fosse lui, ma ero molto piccolo) propose di andare tutti al mare invece che a votare per un referendum, si scatenò una polemica enorme.
Ora, invece, è diventato normale per tutti incitare all’astensione. Non solo tutti lo dicono senza vergognarsi, ma addirittura ci si appella al diritto di astensione anonima per giustificare il mancanto accorpamento con le amministrative.
Concordo con Luca Sofri che scrive:
L’articolo della Costituzione che sancisce l’esistenza del quorum si limita infatti a dire, a questo proposito:
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi.
Tutto qua. Il quorum è arbitro del risultato. Se i sostenitori del no se lo comprano, l’arbitro è venduto.
Dico questo nonostante mi spaventi moltissimo un referendum che porta al rischio di assegnare la maggioranza assoluta della camere ad un partito col 20% (o meno) di voti. Il premio di maggioranza, anche nella versione edulcorata ora in vigore, è una cosa molto, molto pericolosa. In questo momento penso che con un sistema maggioritario, magari a due turni, si otterrebbe qualcosa di meglio, ma devo studiare di più prima di arrivare ad una decisione.
In ogni caso, voglio ricordare che gli Italiani si erano già espressi al riguardo, sempre con un referendum, e avevano preferito il sistema maggioritario, decisione che i nostri politici hanno calpestato appena è stato possibile.
L’invito a non andare a votare è scandaloso. E lo dico a prescindere dal quesito referendario che di volta in volta viene proposto. In fondo il voto è un dovere civico e non c’è motivo per non considerare il voto referendario un non voto.
Penso che una riscrittura dell’art 75 sarebbe necessario, solo che con questi parlamenti c’è poco da ben sperare.
Cmq ancora di più sentendo certe prese di posizione mi chiedo dove sia la coerenza politica (addirittura c’è chi dice che si può rinviare all’anno prossimo o non farlo, bah).
g
ma è vero che i voti nulli vanno poi contati per chi ha la maggioranza?
Si bisognerebbe riguardare bene bene le differenze tra maggioritario e proprorzionale e le loro varie sfaccettature… (se hai bisogno di materiale, dovrei averne)
i voti nulli (e le bianche) sono sempre non considerati ai fini della determinazione dei risultati finali. Il conteggio è fatto solo sui voti validi espressi.
dalla Prima pagina di Internazionale del 17/04/2009
VISTI DAGLI ALTRI
La Lega si impone sulla data del referendum.
Il referendum per riformare la legge elettorale in vigore
in Italia, la cosiddetta “porcata”, non si terrà in
coincidenza con le elezioni europee e amministrative del
sette giugno, come chiedeva il centrosinistra. Secondo
l’opposizione, votare lo stesso giorno avrebbe permesso di
risparmiare circa 400 milioni di euro, che potevano essere
utilizzati per sostenere le vittime del terremoto in
Abruzzo. Ma la Lega nord si è opposta con forza e,
minacciando la crisi di governo, è riuscita a convincere il
premier Silvio Berlusconi a tenere separate le due
votazioni. La posizione della Lega deriva da un semplice
calcolo politico: il partito pensa che votando
separatamente per il referendum sia più difficile
raggiungere il quorum necessario per approvare la nuova
legge elettorale, che sarebbe meno federalista, e quindi
contraria ai suoi interessi.
El País, Spagna
http://www.elpais.com/articulo/internacional/Liga/impone/Berlusconi/fecha/referendum/electoral/elpepuinteur/20090416elpepuint_13/Tes