Sulla Cina (1) – Il viaggio

Il viaggio fino ad Harbin e come farsi subito fregare all’aeroporto di Pechino

WingsQuesto vorrebbe essere il primo di una serie di post nei quali cercherò descrivere la mia avventura in Cina, a beneficio di chi è curioso di sapere cosa mi è capitato e di chi, anche se non interessato a me, potrebbe capitare qui cercando informazioni per un viaggio.
Non so quanto tempo avrò per scrivere e non so, quindi, se porterò a termine il progetto, si vedrà.
I tempi liberi dal lavoro che ho avuto a disposizione si riducono ad una mezza giornata ad Harbin, ad una giornata intera a Beijing (Pechino) ed a tutte le serate e nottate; pertanto, il racconto sarà soprattutto intorno a questo.
Si comincia con il viaggio da Bologna ad Harbin, con tappe a Monaco e Pechino, dove abbiamo vissuto la nostra prima avventura in terra Cinese, grazie all’intraprendenza di un tassista locale e alla nostra fretta di concludere qualcosa e non perdere tempo.

Abbiamo viaggiato con Lufthansa, partendo da Monaco la sera e viaggiando, quindi, di notte. Mi aspettavo che i posti a sedere sarebbero stati più comodi rispetto a quelli dei viaggi corti, ma mi sbagliavo. Per chi deve prendere abitualmente un volo del genere è decisamente consigliata la Business Class. Questa è stata, quindi, la prima di una lunga serie di notti nelle quali ho dormito circa 3 ore, una cosa veramente dura per uno come me che, se potesse, ne dormirebbe sistematicamente 10.
Mi sono addormentato verso mezzanotte ed un paio di ore dopo erano le otto del mattino, pronti per fare colazione.
I pasti ed il servizio a bordo sono stati buoni, niente da eccepire.
Prima dell’atterraggio ci hanno portato una serie infinita di foglietti da compilare per poter entrare sul suolo cinese. Evidentemente non basta il visto, ma occorre dichiarare di essere in salute, di non portare nulla di valore con sè (il canale “niente da dichiarare” della dogana prevede, quindi, che si dichiari di non avere niente) e dove si alloggerà in Cina.

Terminata tutta la parte burocratica e recuperati i bagagli (per Harbin dovevamo ripetere il chek-in), ci siamo ritrovati all’aeroporto con 3 ore da spendere ed abbiamo pensato bene di cercare il modo di dare uno sguardo a Pechino.

Qui è cominciata la nostra prima avventura. Uscendo dal corridoio degli arrivi si viene subito assaliti da una quantità di tassisti che cerca di rifilarti il proprio servizio, ma noi, furbi come delle volpi, abbiamo tirato dritto e ci siamo diretti prima al cambio di valuta e poi verso lo sportello ufficiale di Air China, la compagnia con la quale avremmo volato fino ad Harbin, per chiedere informazioni sull’orario del check-in e su dove lasciare i bagagli per andarcene in giro.
Di fronte allo sportello, oltre all’impiegato ufficiale che ci ha risposto, ce n’era un altro che sembrava altrettanto ufficiale ma non lo era. E’ stato gentilissimo, ci ha mostrato il deposito bagagli, ha tradotto dall’Inglese al Cinese per permetterci di depositarli. Poi ci ha proposto il suo prezzo per un giro a Pechino, circa 80 Euro; quando abbiamo cercato di uscire per andare a prendere un Taxi, siamo stati avvicinati da altri come lui e lui stesso ha iniziato ad affermare che un taxi ufficiale ci avrebbe chiesto almeno 1000 RMB (pari a circa 100 Euro).
Alla fine, abbiamo concordato per 60 Euro, convinti che fosse un affare, ma non lo era. Un viaggio dall’aeroporto al centro su di un taxi ufficiale credo possa costare 100 RMB (non abbiamo provato, siamo sempre passati dall’albergo, che comunque era vicino al centro e distava dall’aeroporto 81 RMB), cioè circa 10 Euro.
Having lunch in BeijingCome se non bastasse, l’autista si è limitato a girare attorno a piazza Tiananmen senza nemmeno darci il tempo di scendere, ci ha tenuto sull’auto un’infinità di tempo facendoci fare, temiamo, un giro più lungo del necessario, ci ho portato a mangiare in una squallida catapecchia, probabilmente di qualche suo amico, dove abbiamo speso (relativamente) tanto e mangiato roba marcia e schifosa.
Entering the highwayBeijing and costructionsZhengyangmen gate
Le uniche note positive di questa avventura sono in queste foto. Abbiamo visto un po’ di tipica architettura cinese persino nel casello dell’autostrada che porta all’aeroporto, abbiamo ammirato la Pechino in piena costruzione, abbiamo dato uno sguardo veloce a piazza Tiananmen. Tutte cose che, per fortuna, avremmo avuto il tempo di approfondire con più calma l’ultimo giorno del nostro viaggio.

China from Airplane (2)China from Airplane (1)Alla fine di tutto siamo riusciti a salire sull’aereo per Harbin e fare anche qualche foto dal finestrino, su di una pianura che era veramente impressionante. Distese enormi e disabitate, monti, pianure, deserti, un paesaggio che non avevo mai visto.
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