Libertà di parola in rete

Nel bel mezzo del polverone di Eluana – polverone che mi fa sentire un macigno nello stomaco e sul quale varrebbe la pena spendere fiumi di parole, se solo ne avessi la forza – viene approvato il decreto sicurezza.

Nel bel mezzo del decreto sicurezza – tra mille altre norme varie da far rabbrividire e sulle quali varrebbe la pena spendere, non dico fiumi, ma almeno torrenti di parole – è insidiata una norma che, di fatto, consegna al Ministero dell’Interno la facoltà di decidere, a sua discrezione, di oscurare un sito che si macchi della copa di apologia o istigazione a delinquere (come potrebbe essere, temo, parlare di scaricare una canzone o una puntata di Lost).
Si estendono a queste categorie le stesse modalità di censura che erano riservate alla pedopornografia. Già allora, quando erano state approvate tali modalità per i siti con contenuto pedopornografico, in molti avevano messo in guardia contro il rischio che, una volta introdotta una norma per un tema molto sensibile, si riuscisse poi ad estenderla anche ad altri temi che, invece, meriterebbero approcci decisamente diversi.

Sto meditando di chiudere questo blog. Troppo pericoloso.