La manovra “salva Italia”

A proposito di quello che ruota intorno alla manovra “salva Italia” varata dal neo consiglio dei ministri di Monti, qualche mese fa, e solo qualche post fa, scrivevo sulla manovra di Agosto:

Mi sento offeso dal fatto che il PD ritiene che il contributo di solidarietà vada a colpire il ceto medio. Scusate, ma 90.000 EUR di reddito all’anno per una persona a me non sembrano da ceto medio.

Ora, di nuovo, il PD è contento che non abbiano aumentato l’aliquota IRPEF (così ha detto Bersani da Fazio): non le due più alte, neppure soltanto l’ultima più alta. Sono di nuovo enormemente scandalizzato ed offeso. Ceto medio a chi? Ma davvero continuerò a votare questi qua? Siate almeno scandalizzati, anche se poi dovrete votare per senso di responsabilità.

L’altra cosa che mi fa rabbia del contorno alla manovra è che ora ci toccherà sopportare i sindacati che, prendendo soldi dai pensionati iscritti, chiedono ai lavoratori di scioperare per protesta contro la mancata indicizzazione delle pensioni (tra l’altro, escludendo non solo le minime, ma anche quelle fino a circa 1000 Euro, che saranno tutte indicizzate). Già hanno iniziato CISL e UIL (almeno dei metalmeccanici) con 2 ore di sciopero domani 6 Dicembre. Ma dov’erano questi sindacati quando si andava in pensione prestissimo e con pensioni altissime? Adesso chiedono solidarietà tra categorie, ma a quel tempo? E dove sono i sindacati quando c’è da protestare per i precari, le partite IVA finte, etc.? Per una volta si colpisce (anche) chi i privilegi li ha già goduti, e non solo chi li deve ancora avere e non li avrà mai, e devo anche protestare, rimettendoci il mio stipendio?

Le cose che mi fanno rabbia della manovra, invece, sono quelle che non ci sono, e quelle che potevano esserci. Ma soprattutto il fatto che mia madre, che avrebbe maturato il diritto alla pensione tra meno di un anno, dovrà aspettarne altri tre, quando chi è nato 7 mesi prima di lei è in pensione già da un anno. Questo significa che la riforma non è strutturale, altrimenti l’innalzamento sarebbe stato graduale, ma d’emergenza. E per i giovani che desiderano dei figli, non poter contare sui nonni è una mezza tragedia, dato che i servizi sono quasi inesistenti.

 

Sciopero dei blog

Alessandro Giglioli dal suo blog lancia un’interessante iniziativa contro la famigerata legge che obbligherà anche i blog, come le testate giornalistiche professionistiche, all’obbligo di rettifica entro 24 ore. Per inciso, si tratta di una legge che contiene una norma a mio avviso assurda, che viene definita “ammazza internet” e che, molto probabilmente, porterà tra le altre cose mi porterà a chiudere questo blog: non ho alcuna intenzione di impegnarmi ad essere sempre reperibile via mail e a modificare questo blog a richiesta, per evitare multe salatissime.

Si tratta di uno sciopero dei blog, cioè una giornata di silenzio dei blogger e, per estensione, di tutti gli utenti attivi su internet. Silenzio sui blog e sui vari social network: Facebook, FriendFeed, Twitter e gli altri.

In molto hanno già aderito (lista 1, lista 2) e in molti altri aderiranno. Anche io aderisco e invito tutti i (pochi) lettori di questo blog a fare altrettanto e a far circolare la notizia.