Scandalo protezione civile

Il punto chiave non è Guido Bertolaso.

Da un po’ di tempo avevo osservato che la Protezione Civile era diventata ormai più potente di un ministero in quanto, a differenza appunto dei ministeri, anche quelli più potenti, può spendere senza quasi limiti e senza chiedere “il permesso” a Tremonti. in più, le situazioni di emergenza da gestire stavano diventando le più disparate, ad esempio anche la preparazione del G8 che, di emergenza, secondo me non ha proprio niente. Peggio ancora, con la scusa dello stato di emergenza (che a volte scusa non è, ma penso sia stato utilizzato anche quando non necessario) i lavori hanno potuto essere assegnati anche senza appalto.

Una situazione del genere non può che essere terreno ideale per la crescita di un sistema di corruzione.

Il punto chiave, allora, non è Guido Bertolaso, che poteva o non poteva sapere, che poteva o non poteva essere direttamente coinvolto; la magistratura proverà ad appurarlo. Il punto chiave, secondo me, non sono neppure i vari arrestati, perché anche per loro, fino al termine del processo, c’è la presunzione di innocenza.

Il punto chiave penso sia il fatto che è stato permesso l’instaurarsi di una situazione del genere e che chi l’ha permesso, e parlo dell’attuale governo, non abbia valutato le probabilissime conseguenze. O forse le ha valutate, ma le ha sacrificate in cambio della possibilità di agire in fretta, sopra le righe, per ottenere risultati immediati che, altrimenti, a causa della nostra burocrazia, sarebbero stati impossibili.
Io penso che questo sacrificio sia inaccettabile; il fine, per me, non giustifica mai i mezzi. Penso che il lavoro da fare fosse colpire la burocrazia, invece di aggirarla, in modo da rendere possibile ottenere risultati senza dover forzare le regole.