Cosa ci resto a fare nel PD?

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Alcuni recenti eventi di natura personale mi stanno facendo riconsiderare le mie priorità; a questi si aggiungono alcuni eventi politici. Il tutto mi porta a domandarmi: cosa ci resto a fare nel PD?

Ci sono due eventi politici importanti che mi sconfortano: la legge di stabilità e la decadenza del Sindaco di Roma, Ignazio Marino.

(altro…)

Ho vinto le elezioni

 

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L’eccezionalità del momento mi spinge a togliere la polvere da questo blog per depositare qui una enorme soddisfazione: per la prima volta ho vinto le elezioni.

Mi era già capitato di votare lo schieramento vincente, ma molto raramente, per vittorie risicatissime (“non sconfitte”), o con scarsa convinzione.

Questa volta no. Questa volta ho vinto 4 volte, una più bella dell’altra, una più grossa dell’altra, una più inaspettata dell’altra.
E come se tutto ciò non bastasse, questa volta la campagna elettorale l’ho vissuta e fatta per la prima volta in prima persona, con impegno e dedizione, dedicando tutto il (poco) tempo libero che mi rimaneva, e forse anche un pochino di più. Ma, accidenti, che soddisfazione.

Ha vinto il PD, e con percentuali incredibili, inimmaginabili, totalmente inaspettate.

Ha vinto Tiziano Tagliani, il candidato sindaco migliore che la mia città aveva a disposizione. E forse qualcosa di più.

Ha vinto Elly Schlein, che è stata eletta in Europa. Elly ha fatto una campagna lowcost, ma talmente partecipata, coinvolgente ed efficace da stravolgere i pronostici e risultare vincente. E io ne ho fatto parte, nel mio piccolo, con convinzione.
Ogni tanto vado a riguardare la classifica delle preferenze, la vedo lì al sesto posto, prima di molti altri ben più quotati di lei, e sorrido.

Ha vinto Ilaria Baraldi, che è entrata nel Consiglio Comunale di Ferrara. Ilaria è un’amica, ma anche una persona con cui ho condiviso numerose avventure, anche politiche, e che stimo enormemente per le sue idee e la sua capacità di portarle avanti con convinzione e coerenza. Sono convinto che saprà portarle anche in Comune in modo costruttivo, dando così ancora maggior forza all’amministrazione e al Sindaco.
Ilaria non solo ha vinto, ma ha stravinto, raccogliendo una quantità di preferenze che neppure lei sperava, ma che dimostrano molto.

Hanno vinto anche molte altre ottime persone, per cui sono felicissimo; e dispiaciuto per quelli che, invece, non ce l’hanno fatta, ma l’avrebbero meritato. Vorrei elencarli tutti ad uno ad uno, ma mi fermo qua.

La fotografia in alto l’ho pubblicata su Facebook qualche giorno prima delle elezioni. Le aspettative si sono realizzata. In pieno. Finalmente.

Civatiani a loro insaputa

civati

Il gruppo, che a me piace definire dei Civatiani a loro insaputa, continua ad allargarsi e ora conta una nutrita pattuglia anche nella mia città, Ferrara.

Il primo membro illustre è stato D’Alema che, in questa intervista, ripercorre le tappe del tormentato periodo che ha seguito la non-vittoria di Bersani alle elezioni, fino alla mancata elezione di Prodi ad opera dei famosi 101 franchi tiratori, o traditori se preferite, ancora tutti anonimi. D’Alema nell’intervista dice, solo ora, che secondo lui andavano fatte tutta una serie di cose, esattamente le medesime che Civati diceva, inascoltato, allora. Se ne accorge anche Civati stesso, che in questo post dice la sua al riguardo.

Si è poi aggiunto un secondo membro molto illustre, Renzi, che ha proposto di “ridurre le tasse sul lavoro tassando le pensioni d’oro” (link), la stessa identica proposta che Civati porta avanti da anni.

Ora anche a Ferrara un gruppo, che si autodefinisce dei “non allineati”, scrive ai giornali (qui la lettera pubblicata da estense.com) una serie di questioni, richieste e proposte che sono uguali, o almeno molto simili, a quelle di Civati. Ad esempio:

È tempo che il Partito Democratico sia […], anche a livello nazionale, uno spazio dove elaborare una linea che permetta finalmente di prendere decisioni su questioni fondamentali, uno spazio dove produrre un supporto politico concreto all’agire amministrativo e dove creare una identità indispensabile al confronto. Questo passa anche da una piena consapevolezza sul ruolo di ogni singolo iscritto al partito, che può nascere solo da una riflessione profonda sulla responsabilità, la dignità e l’importanza dell’opinione e del contributo di ognuno.
Radicare ed organizzare sempre più a livello territoriale il Partito Democratico, renderlo sempre più agibile, metterlo a disposizione dei cittadini, contribuire ad elaborare e sostenere strategie di sviluppo compatibile e di ampio respiro per il bene della comunità sono per noi obiettivi irrinunciabili che devono trovare spazio nel dibattito politico e congressuale tout court.

Mi sembra proprio un caso perfetto di Civatiani a loro insaputa. La mia speranza è che la loro decisione di rimanere “non allineati” sia dovuta alla scelta di attendere per conoscere meglio le posizioni di tutti e non a strani calcoli di vecchia politica; che quindi queste persone, e tutti quelli che la pensano come loro, ascoltino senza pregiudizi cosa hanno da dire i vari candidati alla segreteria del PD e poi decidano almeno di votare, se non di sostenere apertamente, quello che li convince di più. Io sono fiducioso che potrà essere Civati.

PS: chi si chiede quali sono, più nel dettaglio, le posizioni di Civati, può trovare molto materiale nel manifesto che ha presentato insieme alle firme per la sua candidatura, il giorno 11 ottobre 2013; si intitola Il partito delle possibilità.

Come funzionava il congresso PD

Su twitter mi hanno chiesto come funziona l’elezione del segretario del PD, che si dovrà tenere a breve per sostituire Bersani. Si può dire che nel 2009, quando è stato eletto Bersani, si è fatto così:

  1. Prima fase riservata agli iscritti al partito per “pre-selezionare” la candidature.
  2. Elezioni primarie per i candidati al ruolo di segretario, aperte a tutti i cittadini che volevano partecipare, firmando il consenso al trattamento dei dati e versando 1 euro; con queste elezioni si votava il candidato, ma si eleggevano in realtà dei delegati all’assemblea nazionale, come tendenzialmente succede in USA.
  3. I delegati, riuniti all’assemblea nazionale, hanno eletto il segretario.

Le fasi, che sembrano un po’ macchinose, in realtà servono ad equilibrare il contributo degli iscritti e quello degli elettori. Di fatto è stato eletto Bersani, che ha vinto le primarie con oltre il 50% dei voti, contro Franceschini e Marino. Ragionevolmente, solo se avesse preso meno del 50% dei voti, i delegati all’assemblea nazionale avrebbero potuto modificare il risultato delle primarie, perché avrebbero dovuto accordarsi tra loro per dare una maggioranza ad una persona. D’altra parte, la prima fase riservata agli iscritti serve proprio ad evitare il proliferare di candidati e ad ammettere alle elezioni primarie solo quelli che abbiano passato il vaglio del partito e che abbiano un minimo di consenso.

In definitiva, a mio avviso, complicato, ma equilibrato. Tra l’altro, complicato solo per gli iscritti al partito, ma per i comuni elettori in realtà molto semplice: vai, firmi, voti. Basta.

Potrebbe aprirsi una discussione molto importante sul fatto che si vocifera vogliano cambiare queste regole, eliminando le primarie aperte agli elettori, addirittura risevandole ai soli iscritti. Probabilmente la aprirò in un qualche post successivo. Ma anticipo che lo troverei scandaloso.

La (tragica) situazione del PD

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Oggi ho scritto una lettera ad alcuni amici, e la riporto in parte qui, opportunamente adattata.

Scrivo questo post col cuore in mano e con un enorme peso che ancora mi grava sullo stomaco dopo gli eventi politici di questi ultimi giorni: la pessima idea di candidare Marini, l’impallinatura di Prodi, la prospettiva di un governo di larghe intese con Berlusconi. Negli ultimi tempi ho discusso con molti amici, sentendo una sensibilità ed una passione ma avvertita prima.

Io continuo a credere che solo un grande partito di centrosinistra possa vittoriosamente contrapporsi alla destra di Berlusconi e offrire un’alternativa migliore al facile populismo di Grillo. Di partitini di sinistra, divisi e capaci solo di contrapporsi e restare all’opposizione senza mai governare, ne abbiamo avuti fin troppi.

Prendo atto che Il PD è spappolato. Bisogna solo capire cosa succederà, tra le alternative possibili.

Io ho deciso di non stare a guardare, non lasciare che i soliti furbi si impadroniscano del mio futuro e di impegnarmi al massimo, per quanto posso, per fare in modo che ne venga fuori qualcosa di buono. La versione breve è: al congresso, l’unica speranza è Civati e, per quanto possibile, mi impegnerò per lui. La versione lunga (ma non troppo) continua qui di seguito. (altro…)

Cosa dovrebbe fare il PD

Lo sport di moda del momento è dare consigli al PD e a Bersani. Ci sono molti, molto più bravi di me, che l’hanno già fatto come Luca Sofri qui o Civati in vari post sul suo blog o ancora AsinoMorto qui.
Voglio giocare anche io, con due semplici aggiunte a quanto già scritto.

Il succo è: giocare d’anticipo.

1.
In un paese civile, chi vince le elezioni prova a governare. Ottima l’idea di un governo del M5S con appoggio PD, così la patata bollente passa a loro, ma secondo me solo dopo averli portati allo scoperto fino alla mancata fiducia al Senato ad un tentativo di governo Bersani. Così si rimarca la differenza tra i due approcci. Poi appoggio a tutte e sole le cose che il PD condivide delle proposte di questo fantomatico governo 5 stelle. Potrebbero uscirne buone cose.

2.
In ogni caso, causa semestre bianco, le camere non si scioglieranno immediatamente. Il PD ne approfitti per presentare proposte di legge subito, immediatamente, il giorno dopo l’insediamento, a partire da una nuova legge elettorale con elezione dei parlamentari in collegi uninominali con doppio turno. E vediamo chi ci sta in Parlamento, a carte scoperte, senza accordi di corridoio.

3. (Lo so, avevo detto due)
Questa è impegnativa. Il governo ha 10 giorni per chiedere la fiducia. Perché prima di chiedere la fiducia al governo, Bersani non fa qualche decreto legge, uno al giorno, su legge elettorale, norme anti-corruzione, conflitto di interessi, etc. e chiede intanto la fiducia su quelli? Si può fare?

Legge elettorale

Il peggior scenario possibile:
Berlusconi che si rimette con la Lega e l’UDC che per opportunismo accetta di fare parte della comitiva, per votare una modifica alla legge elettorale che lascia tutto invariato tranne togliere il premio di maggioranza, o renderlo comunque inutile.

Praticamente una legge con tutti i difetti di quella attuale, e in più il problema di non garantire la governabilità. Anzi, di garantire l’ingovernabilità.

Vi prego, soprattutto il PD, fate qualunque cosa per evitarlo. Per evitare il ritorno alla prima repubblica.

Ancora sulle regole del ballottaggio

Riporto qui uno stralcio del commento che ho lasciato altrove sulla rete, perché me lo voglio ricordare.

Si parla, ancora, delle regole per registrarsi al ballottaggio delle primarie di centrosinistra, tra Renzi e Bersani.

Che impediscano di votare agli iscritti al PD che non si sono registrati al primo turno, anche quelli famosi come Nando dalla Chiesa, è intollerabile: http://www.nandodallachiesa.it/public/index.php?option=content&task=view&id=1913
Niente al riguardo?

Niente su chi sta effettivamente manipolando le regole?
http://www.salvatorevassallo.it/taccuino-2/756-chi-manipola-le-regole

Non una parola su quanto sta effettivamente succedendo: sta succedendo che la tanto acclamata, e tanto da voi richiesta, contendibilità, non vale più (ma c’è mai stata veramente?) perché si stirano le regole a proprio piacere.

Le regole prima erano fumose, e ora sono state manipolate a vantaggio di una sola e precisa parte. Si doveva dire: “stupidi a non aver fatto regole più chiare prima, adesso per piacere vediamo di interpretarle nel modo più corretto e ragionevole possibile”. Prima le regole dicevano che occorreva “dichiarare l’impossibilità di registrarsi” e non “giustificarla” (regolamento primarie, articolo 14.4). Poi le regole, decise dai bersaniani, hanno detto che “la giustificazione va bene anche via mail” (delibera 25), ma quando si sono accorti che arrivava una marea di richieste si sono spaventati e hanno detto “facciamo che quelle via mail le scartiamo tutte di default senza neppure rispondere” (delibera 26). Questo è allucinante.

Poi, non approvo le due scelte di Renzi: la pubblicità a pagamento sui quotidiani (ma proprio per niente) e neppure l’invito ad andare comunque ai seggi (ancora meno). Ma rimane il fatto che, tutti quelli che si sono iscritti via mail e vedranno respinte le proprie richieste, hanno sostanzialmente ragione in base alla delibera 25, e torto solo rispetto alla delibera 26, che in ogni caso è assurda ed è arrivata a corsa ormai avviata.

Ballottaggio primarie Centrosinistra

Erano secoli che non avevo l’urgenza di scrivere qualcosa di più lungo di un tweet. Quindi rieccomi qua.

Lo dirò subito: l’idea di Renzi pubblicizzare su quotidiani nazionali il sito per semplificare la procedura di registrazione al ballottaggio delle primarie, www.domenicavoto.it, è stata sbagliatissima. Ma è niente in confronto alla reazione di Bersani e dei suoi. Parto da quest’ultima, poi torno a Renzi.

Il regolamento inizialmente prevedeva che, chi fosse stato impossibilitato a registrarsi prima del primo turno, potesse registrarsi tra i due turni, in luogo diverso dal seggio di voto, a patto di dichiarare di non averlo potuto in precedenza. Non si parlava di giustificazioni, motivazioni e meno che mai che qualcuno potesse rifiutare la registrazione.
Dopo il primo turno, è stata diffusa la “norma applicativa”  dove si diceva che, invece, era necessario giustificarsi e dimostrare il proprio (legittimo?) impedimento; tutto a insindacabile giudizio di una commissione che deve esprimersi all’unanimità. Ce la vedo bene una persona a dire “scusate avevo la diarrea” e quelli a rispondere “e ce l’ha un certificato per dimostrarlo?”. Ma accettiamo pure questa modifica al regolamento originale.

Sembrava anche si dovesse andare personalmente nella sede del coordinamento provinciale a espletare la pratica. Il giorno dopo, almeno questa assurdità è stata modificata e si è detto che andavano bene le registrazioni via mail e via fax. Comunque è stata una ulteriore modifica delle regole.

A questo punto Renzi, o chi per lui, ha l’idea di mettere in piedi un sito (www.domenicavoto.it) che ti aiuta a scrivere la mail e la invia a tuo nome al giusto indirizzo in base alla tua residenza. Il PD reagisce dichiarando che tutte le richieste giunte con tale sistema saranno respinte, e rilasciano una delibera che, pur non dicendolo esplicitamente, lo lascia intendere chiaramente. E a questo punto la misura è colma.

Ora, penso che nessuno avrebbe da ridire se una persona uscisse si casa, andasse al comitato di Renzi più vicino e si facesse aiutare da loro a scrivere la mail per registrarsi. Bene, il sito di Renzi fa ESATTAMENTE la stessa cosa, con la differenza che è enormemente più semplice e veloce da usare, e non richiede persone essendo automatizzato. Quali altre differenze ci sono? Per quale strano principio si devono rifiutare d’ufficio le richieste fatte con questo sistema?

Io un’idea del motivo ce l’ho, e spero di sbagliarmi perché è uno schifo. Mi viene da pensare che siano arrivate così tante richieste di iscrizione che Bersani, o chi per lui, ha avuto paura e ha deciso di porre un freno. Alla faccia di tutte le dichiarazioni su “agevolare la partecipazione”.

Fino a poco prima delle primarie ero indeciso su chi votare. Poi ho deciso, ma ero tranquillo che se anche avesse vinto Bersani sarei stato soddisfatto. Ora non più. Questo atteggiamento per me è intollerabile.

Vedremo come si evolverà. Ma in questo momento l’idea è di non votare più PD alle elezioni. Intendo quelle vere, non le primarie.

PS: confermo che secondo me Renzi, o chi per lui, ha comunque sbagliato a comprare pagine sui quotidiani per pubblicizzare quel sito; bastava dirlo al confronto su Rai1. Ma occorre dire che, seppure su pagine locali, l’ha fatto anche Bersani, o chi per lui, per pubblicizzare eventi della sua campagna elettorale.

La manovra “salva Italia”

A proposito di quello che ruota intorno alla manovra “salva Italia” varata dal neo consiglio dei ministri di Monti, qualche mese fa, e solo qualche post fa, scrivevo sulla manovra di Agosto:

Mi sento offeso dal fatto che il PD ritiene che il contributo di solidarietà vada a colpire il ceto medio. Scusate, ma 90.000 EUR di reddito all’anno per una persona a me non sembrano da ceto medio.

Ora, di nuovo, il PD è contento che non abbiano aumentato l’aliquota IRPEF (così ha detto Bersani da Fazio): non le due più alte, neppure soltanto l’ultima più alta. Sono di nuovo enormemente scandalizzato ed offeso. Ceto medio a chi? Ma davvero continuerò a votare questi qua? Siate almeno scandalizzati, anche se poi dovrete votare per senso di responsabilità.

L’altra cosa che mi fa rabbia del contorno alla manovra è che ora ci toccherà sopportare i sindacati che, prendendo soldi dai pensionati iscritti, chiedono ai lavoratori di scioperare per protesta contro la mancata indicizzazione delle pensioni (tra l’altro, escludendo non solo le minime, ma anche quelle fino a circa 1000 Euro, che saranno tutte indicizzate). Già hanno iniziato CISL e UIL (almeno dei metalmeccanici) con 2 ore di sciopero domani 6 Dicembre. Ma dov’erano questi sindacati quando si andava in pensione prestissimo e con pensioni altissime? Adesso chiedono solidarietà tra categorie, ma a quel tempo? E dove sono i sindacati quando c’è da protestare per i precari, le partite IVA finte, etc.? Per una volta si colpisce (anche) chi i privilegi li ha già goduti, e non solo chi li deve ancora avere e non li avrà mai, e devo anche protestare, rimettendoci il mio stipendio?

Le cose che mi fanno rabbia della manovra, invece, sono quelle che non ci sono, e quelle che potevano esserci. Ma soprattutto il fatto che mia madre, che avrebbe maturato il diritto alla pensione tra meno di un anno, dovrà aspettarne altri tre, quando chi è nato 7 mesi prima di lei è in pensione già da un anno. Questo significa che la riforma non è strutturale, altrimenti l’innalzamento sarebbe stato graduale, ma d’emergenza. E per i giovani che desiderano dei figli, non poter contare sui nonni è una mezza tragedia, dato che i servizi sono quasi inesistenti.