Pedaggio a Ferrara Sud

Con decreto legge, visto che era “urgentissimo”, si è stabilito che all’entrata e all’uscita dei caselli che danno su raccordi gestiti dall’ANAS, come è il caso di Ferrara Sud, si applichi un aumento forfettario di 1,00 EUR (per le auto), con le modalità descritte qui. Questo in attesa che vengano costruiti i caselli lungo il raccordo stesso.

Nel caso specifico di Ferrara Sud, invece di far pagare il pedaggio lungo il raccordo Ferrara-Lidi a chi effettivamente la percorre, si vanno a punire soprattutto i pendolari che, come me, tutti i giorni fanno il tratto Ferrara Sud – Bologna, senza fare neppure un km del raccordo.

Tradotto, andrò a pagare qualcosa come 250,00 EUR in più all’anno per un servizio del quale non usufruisco, mentre la maggioranza di quelli che ne usufruiscono potranno tranquillamente continuare ad andare al mare partendo da Ferrara, senza passare dal casello e senza pagare una lira (o un euro). Non si può accettare.

Già Ferrara offre poco o nulla dal punto di vista professionale, poi chi sceglie comunque di abitare in questa città anche se non può lavorarci viene vessato in questa maniera.

Non è difficile trovare soluzioni alternative. Ecco alcuni esempi:

  • Chi ha la residenza nel comune di Ferrara e in altri comuni serviti dal casello Ferrara Sud può presentare un permesso per evitare di pagare l’euro aggiuntivo; realizzabile immediatamente.
  • Fare un unico casello ad esempio subito dopo Gualdo per prendere il pedaggio solo a chi effettivamente utilizza la strada.
  • Utilizzare il metodo dell’adesivo sul parabrezza, come in Svizzera, Austria, etc. per riscutere il pedaggio senza dover spendere per costruire e far funzionare il casello.
  • Riscuotere l’euro aggiuntivo (o anche di più per compensare) solo nel fine settimana, per non punire gli spostamenti di lavoro.

Dicono che non mettono le mani in tasca agli Italiani, ma permettono all’ANAS di sfilare dalle mie tasche circa 250,00 in un anno. E non sono soldi che vanno per il miglioramento del servizio, ma vanno a coprire i tagli di fondi che lo Stato passa all’ANAS stessa.

Fortunatamente, qualcosa si muove per organizzarsi contro questa assurdità: il forum FeSudNoTax. C’è anche un gruppo su Facebook per cercare di diffondere il più possibile la protesta.

La CEI NO, vi prego

Ha da ridire anche sulla crisi di governo.

Scrive Repubblica:

Per l’agenzia dei settimanali cattolici promossa dalla Cei serve “dare stabilità al sistema politico, attraverso prima di tutto la reciproca legittimazione dei partiti, e dunque un sistema di pesi e contrappesi che permetta una dialettica vivace e virtuosa, sulla base di un tessuto solido e condiviso di principi, scelte, identità”.

Anche in questa occasione perde una buona occasione per evitare di intralciare la politica italiana e fa un’affermazione che è estremamente politica. In pratica, prima di andare al voto vuole che si approvi un nuovo sistema elettorale che consenta di tornare alla DC (dare stabilità, legittimazione dei partiti piccoli, base di valori condivisi, etc.), il mio incubo peggiore.

Forse penso male, ma, come si dice, a pensare male non si sbaglia mai. Quel che è certo è che la parola “partito” non dovrebbe comparire in un comunicato di un organo della CEI nel quale si prende una posizione precisa.