Voto utile

Aggiornamento: un mio amico nei commenti mi segnala che forse i calcoli fatti non sono così giusti e non conviene così tanto spostare qualche voto verso SA

Ora che la campagna elettorale è chiusa, trovo finalmente il tempo e gli stimoli per parlarne. Lo farò in modo imparziale, non si sa mai che qualcuno pensi che questo blog sia come un giornale.

Il voto utile, oltre ad avere il significato utilizzato da Berlusconi quando dice di non votare i partiti piccoli, ne ha anche un altro: votare un partito diverso da quello che si intende far vincere, per garantirgli più seggi. (via manteblog)

Il meccanismo, piuttosto complicato, è descritto su noiseFromAmerika.
La prima volta che l’ho letto mi è sembrato un’assurdità, ma poi ho pensato a quello che mi ha detto una mia collega ieri in ufficio e ho capito che un’assurdità non è: mi pare di poter dedurre che la voce è stata effettivamente fatta girare.

Il concetto, applicato alla regione Emilia Romagna e valido solo ed esclusivamente per il Senato, è che alcuni voti del PD si debbano spostare verso la Sinistra Arcobaleno in modo da minimizzare i seggi assegnati a Berlusconi. Questo perché il PD è comunque sicuro di vincere e di ottenere il premio di maggioranza, ma conviene vincere di poco e dare il resto alla Sinistra Arcobaleno. Ribadisco: vale solo per il Senato, perché il premio di maggioranza è regionale.
Bisognerebbe, quindi, che alcuni elettori del PD (solo alcuni, ovviamente, sennò il PD perderebbe) si sacrifichino a votare SA.

Questo è esattamente quello che mi ha proposto la mia collega, che però non sapeva spiegarmi il perché. Conoscendola, non dubito che il suggerimento possa essere arrivato da persone effettivamente molto attive nel PD.
Sia chiaro, non seguirò il suggerimento e voterò secondo coscienza.

Fascismi

In questa campagna elettorale se ne erano già sentite tante, ma, dopo la candidatura di Ciarrapico, quella che m spaventa di più è l’idea di riscrivere i libri di storia su indicazione dei politici.

Mi è capitato di leggere i libri dei miei nonni che andavano a scuola durante il fascismo e che erano scritti proprio in quel modo.
Non è un bel leggere.

Cosa ci dobbiamo aspettare?

ps: questo è il primo post scritto con la nuova versione di WordPress…

Le condanne di Ciarrapico

Due post più sotto parlavo della difesa di Ciarrapico fatta da Feltri su Libero.

Parlandone con alcuni amici è venuto fuori che, a parte i trascorsi fascisti dei quali tutti parlano, Ciarrapico è anche stato condannato varie volte in via definitiva. Su Wikipedia (link) ho trovato riferimenti a condanne per bancarotta fraudolenta e finanziamento illecito ai partiti, ma pare, cercando in internet, che ci siano in giro molte altre condanne non definitive.

Ci sono tre cose in particolare che mi fanno riflettere.

La prima è che questa precisazione l’ho avuta da un mio amico prete, quindi forse non proprio tutta la Chiesa sta con Berlusconi, e questa è una buona notizia.

La seconda è che non capisco perché i giornali insistono tanto sul problema fascista, ma così poco sul resto. Non aveva forse detto Berlusconi che non avrebbe candidato persone con condanne definitive? O rientrano forse queste nelle eccezioni politiche delle quali parlava? E perché Veltroni non dice nulla al riguardo?

La terza è che una delle condanne definitive di Ciarrapico è per una questione, il Banco Ambrosiano di Calvi (link al Corriere), nella quale era pesantemente coinvolta la P2.

Mi fa senso in particolar modo quanto riportato su Wikipedia, e cioè che Ciarrapico ha sempre evitato di risarcire i danni civili legati alle sue condanne, cambiando continuamente residenza.
[tags]ciarrapico[/tags]

Ciarrapico e Feltri

Due parole sulla vicenda Ciarrapico e su un editoriale di Feltri sul giornale Libero di qualche giorno fa, sentito alla rassegna stampa di Radio 3.

In estrema sintesi, ho inteso che Feltri paragonasse i crimini fascisti ai crimini comunisti, sostenendo quindi che se si possono candidare i comunisti, lo possono fare anche i fascisti.

Volendo anche accettare che i crimini comunisti nel mondo siano paragonabili a quelli fascisti, sostengo comunque che la tesi di Feltri è un falso sillogismo, un tentativo di dare una visione distorta della realtà che, francamente, mi offende. E offende l’intelligenza delle persone.

In Italia, è noto, l’apologia del fascismo costituisce un reato (Wikipedia), mentre l’apologia del comunismo no, e il motivo mi sembra molto semplice: i crimini comunisti non sono stati in Italia (se non, forse, qualcosa di marginale), ma sono stati in altre parti del mondo, come la Russia; il fascismo, invece, si è macchiato anche in Italia di crimini abominevoli, come le leggi razziali.

In Italia il fascismo è fuorilegge, ma non lo è il comunismo, così come non lo è il nazismo o l’integralismo islamico. Perciò, l’analogia di Feltri non regge.
[tags]ciarrapico[/tags]

La campagna elettorale

Di questa campagna elettorale percepisco molto chiaramente una cosa che è una grande novità rispetto al passato: Berlusconi insegue e deve in continuazione parare il colpo.
In passato, invece, avveniva sempre il contrario.

E’ cosi dall’inizio: Veltroni annuncia di correre da solo, Berlusconi para il colpo ritirando fuori il partito del popolo delle libertà, che era morto e sepolto da tempo.
Poi, Veltroni presenta un programma semplice, chiaro e in pochi punti e Berlusconi subito a dire che è stato copiato e a doversi inventare qualcosa di nuovo per differenziarsi.
Più recentemente, Veltroni annuncia che non saranno candidate persone condannate o con procedimenti penali in corso e Berlusconi (tramite Bondi, ché se lo diceva lui era veramente troppo) subito a dire che anche loro sono bravi e belli e faranno così anche loro, tranne che per chi ha già subito condanne di carattere politico (non voglio commentare questa precisazione, sarebbe troppo facile).

Credo ci siano anche innumerevoli altri esempi.

Mi chiedo solo se il PD riuscirà davvero a continuare così fino alle elezioni, facendo qualche annuncio nuovo ogni giorno.
[tags]elezioni, pd, veltroni, berlusconi[/tags]

Mi preparo alla campagna elettorale della CEI

Dopo i timori sulla cosa bianca espressi qualche post fa, ora mi preparo all’offensiva della Chiesa.

Negli ultimi tempi c’è stata la presa di posizione contro il film con Moretti e sono arrivati addirittura a chiedere che gli attori facciano obiezione di coscienza contro i registi che chiedono di girare scene di sesso. Accidenti, l’obiezione di coscienza è una cosa seria!
Non si può farne un uso simile, soprattutto considerando che una parte della Chiesa considerava infami quelli che obiezione di coscienza la facevano sul serio, andando in prigione, per non fare il servizio militare. Per essere chiari, quella parte della Chiesa era quella dei cappellani militari, gli stessi dei quali faceva (fa?) parte l’attuale capo della CEI, mons. Bagnasco.

Poi, è capitato che il direttore de L’Avvenire, notoriamente molto legato a Ruini, fosse ospite al TG1 per commentare i fatti politici. Fatti politici. La Chiesa si arrogava il diritto di entrare nel dibattito pubblico per commentare temi etici, e già su questo piovevano critiche. Perché ora sono legittimati a commentare fatti politici?

Ora mi aspetto che la Chiesa assuma una posizione del tipo: “adesso che c’è un partito (o vari partiti) che si presenta da solo e che si dichiara Cristiano, il bravo Cattolico non può che votare quello”.
Una cosa simile la considererei di una gravità inaudita. Dichiaro ora che, se succedesse, interromperei immediatamente qualunque mia attività legata a parrocchia o diocesi e il mio impegno andrebbe a cercare che l’Agesci prendesse posizione chiara in merito, perché in caso contrario non capirei più cosa ci sto a fare in quell’associazione.
Occorrerebbe anche dare visibilità che quelle parti della Chiesa contrarie a interventi simili, e ce ne sono.

Ho messo le mani avanti, ma continuo comunque a sperare che tutto ciò non si verifichi.

La cosa bianca

Non so come prendere il fatto che l’UDC abbia deciso di correre da sola.

Da una parte, questo vuol dire togliere voti a Berlusconi.

Dall’altra, è in qualche modo l’anticamera di un ritorno del grande centro, della DC, dell’ago della bilancia. Se il centro sarà determinante per la costituzione di una maggioranza al Senato, allora sarà veramente finita e torneremo in pieno alla Prima Repubblica, cosa che non gradisco affatto.

In ogni caso, ora più che mai emergeranno evidenti i problemi di questa legge elettorale. Considerando che tutti corrono da soli, è forte il rischio che un partito col 30-40% dei voti si trovi ad avere il 60% dei deputati, roba decisamente poco democratica. Contemporaneamente, lo stesso partito rischia di dover cercare alleanze con tutti al Senato per avere la maggioranza, un gran casino.