Pensieri sulle elezioni regionali

Annoto qui, soprattutto come pro-memoria personale, alcune considerazioni sparse sulle elezioni regionali di ieri; a caldo e, dunque, non ancora del tutto elaborate.

  • Il dato della bassa affluenza è il più importante ed è drammatico; la disaffezione verso la politica e in particolare verso le regioni ha raggiunto livelli patologici; credo che nessuno, in questo contesto, possa gridare alla vittoria.
  • La Lega è andata benissimo, superando direi ovunque Forza Italia sia come lista, sia come risultato del candidato presidente (insieme a FDI e AN, contro quello di FI e alleati vari).
  • Forza Italia è andata malissimo; infatti, ha vinto solo dove alleata con la Lega (in Liguria grazie anche alla divisione a sinistra) e ha perso anche contro Toti in Puglia.
  • Il M5S è molto lontano dall’essere in dissoluzione, come in molti erroneamente ritenevano.
  • Pastorino è andato bene, meglio delle previsioni e meglio degli ultimi (e penultimi) esperimenti a sinistra, ma non benissimo; personalmente mi aspettavo superasse il 10%; inoltre in quella regione il sostegno a lui era molto più trasversale del solo Civati e, dunque, credo che quel risultato non possa essere esteso a livello nazionale (per ora; ma sicuramente lavoreranno perché avvenga); molto indicativo è, ad ogni modo, il 3% di voto disgiunto, un tipo di voto molto difficile da fare e che testimonia una insofferenza molto forte di pezzi del PD nei confronti della candidata Paita.
  • Il PD è andato oggettivamente male; le dichiarazioni sono ovviamente di segno opposto, ma secondo me è innegabile che in Veneto sia stata una disfatta (inizialmente imprevista, poi annunciata, ma inaspettata nelle dimensioni), in Umbria una vittoria meno scontata del previsto, in Toscana probabimente il PD e Rossi si aspettavano di andare meglio, in Liguria siamo allo psicodramma (e ci arrivo).
  • In Liguria a sinistra hanno perso tutti e ha vinto il centrodestra (e in particolare NCD e affini che prima hanno sostenuto e fatto vincere Paita alle primarie e poi l’hanno fatta perdere); la sconfitta è iniziata con l’avere liquidato in un niente le proteste sui brogli alle primarie ed è continuata nell’essersi comportati come se l’uscita di pezzi del PD non fosse un problema del quale preoccuparsi (salvo poi accusarli quando ci si è resi conto che non erano poi così marginali), nell’incapacità di fare sintesi sia nel PD sia fuori dal PD. Oggi vorrei leggere dichiarazioni in questo senso, invece di cori trionfanti di alcuni sostenitori di Pastorino e accuse feroci di alcuni pezzi del PD, ad esempio la candidata presidente Paita. La sconfitta è di tutti; poi ognuno ne darà, legittimamente, una lettura diversa (per alcuni, anche a sinistra, è meglio veder vincere Toti che la Paita, per altri è il contrario); ma io ritengo che tutta la sinistra dovrebbe ambire a trovare una sintesi condivisa e che quello debba essere l’orizzonte di riferimento nel medio e lungo periodo.
  • Il futuro della Campania è un punto molto delicato; come gestirà Renzi l’obbligo di procedere, con un atto che è tecnicamente dovuto e non una scelta politica, a sospendere il vincitore De Luca? Temporeggiamento, decreto, altro? Sarà molto interessante da osservare, e delicato.