Di Luca positivo al doping

La notizia sportiva di oggi è che Di Luca è risultato positivo al CERA (EPO di nuova generazione) in ben due occasioni durante l’ultimo Giro d’Italia.

In attesa delle contro-analisi, occorre continuare a supporre che si tratti di uno sbaglio e che, invece, non sia successo nulla. Però è molto raro che le contro-analisi ribaltino il risultato e, quindi, almeno alcune considerazioni si possono fare.

Nonostante abbia più volte detto che Di Luca mi sta antipatico, non si può essere contenti di una notizia simile, che fa male a tutto il ciclismo. Se veramente Di Luca si era dopato, è di una gravità inaudita, anche considerando il modo in cui si era fatto portabandiera dell’Abruzzo.

Fischi a Garzelli

Quello qui sotto è un video che testimonia una delle pagine più brutte del ciclismo che io conosca, pagina che arriva, caso strano, dopo una delle tappe più belle degli ultimi tempi.

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I “tifosi” abruzzesi di Di Luca hanno fischiato un po’ tutti, ma soprattutto Garzelli (che tra l’altro corre per una squadra abruzzese) colpevole, ai loro occhi, di aver vinto la volata per il secondo posto contro Di Luca stesso.
Può capitare nel ciclismo di lasciar vincere qualcuno, ad esempio quando ci si scambia favori (tappa a uno, maglia rosa all’altro); in questo caso, però, i motivi erano che l’arrivo era in Abruzzo, terra di Di Luca, che c’era pieno di suoi tifosi e che avrebbe dedicato la vittoria di tappa a quella terra martoriata.
Di Luca. però, aveva già perso la tappa perché prima di loro, con discacco, era già arrivato Pellizotti.
Lasciare a Di Luca il secondo posto, oltre a svantaggiare ingiustamente la maglia rosa Menchov, avrebbe voluto dire per Garzelli rinunciare a punti preziosi per la maglia verde. Perché Garzelli avrebbe dovuto farlo? Sarebbe stato un brutto gesto. A mio avviso antisportivo.

I fischi di quei “tifosi” fanno male al ciclismo. Brutto, brutto episodio.

Giro d’Italia

Arrivo a San Luca
L’arrivo a San Luca: Simoni sullo sfondo e Petacchi di schiena

Sono andato a vedere la tappa di Bologna con l’arrivo in salita sul colle di San Luca. Era Domenica, 2 giorni fa.

Da tempo immemore desideravo gustarmi una tappa del Giro. L’ultimo spostamento serio per un ciclista l’avevo fatto per andare a festeggiare Pantani l’anno della doppietta. I ciclisti li avevo visti dal vivo solo da bambino e in piena pianura, a Ferrara: facevano qualcosa come i 50 km all’ora e non si distingueva nulla.

Dopo il disamoramento degli anni passati, il ritorno di Ivan Basso mi ha fatto tornare la voglia di Giro d’Italia.

Sono contento di come gli sta andando. Il mio cuore di tifoso lo vorrebbe primo, ma la razionalità mi dice che, dopo due anni di stop forzato, ritrovarsi quinto in classifica generale e sempre pronto ad un attacco in salita è un ottimo risultato. Considerando poi che Basso non è mai stato un grande attaccante, vedere che ci prova ad ogni occasione è una grande emozione.

Devo dire che Di Luca, invece, si sta dimostrando un po’ troppo polemico e nervoso per i miei gusti. Avevo già avuto questa sensazione in passato, ma pensavo che col tempo fosse cambiato; invece, questo Giro sta dimostrando il contrario: Di Luca parla ancora troppo.

Ivan Basso

Ivan Basso c’è!

Grande prestazione nella tappa odierna del Giro d’Italia.

Bentornato.

Riccardo Riccò confessa

Riccardo Riccò

Su Riccardo Riccò che confessa di aver usato l’Epo (o CERA, o quello che è) dice già abbastanza .mau.

I marcatori erano già aggiunti da tempo anche nell’Epo, ma quasi nessuno era mai stato individuato. Anche io mi chiedo come mai solo qualcuno sia stato colto in flagrante (non che questo renda meno grave il fatto di aver barato).

Riccardo Riccò positivo

Riccardo Riccò

Non so come prendere la notizia che Riccardo Riccò è stato trovato positivo al Tour de France.
Pare abbia utilizzato una sostanza di ultima generazione che allunga l’effetto dell’epo.

Riccò non mi è mai stato simpatico. Dopo Pantani, mi ero appassionato solo di Ivan Basso e, quando è stato fatto fuori lui, avevo deciso di non farmi più entusiasmare da altri ciclisti.
Al Giro proprio non lo sopportavo per la sua arroganza, il suo sentirsi il più forte (salvo poi non riuscire a vincere), il suo rinfacciarlo a tutti, le sue critiche gratuite agli avversari, il suo paragonarsi al Pirata.
Al Tour, complici alcune vittorie esaltanti, stavo quasi per accettarlo e provare a considerare il suo carattere con più ironia.

Non so sia giusto, in questo caso, gridare al solito complotto. Forse un po’ di complotto c’è, perché Riccò è un ciclista che non sta antipatico solo a me, ma anche a tutti i suoi colleghi. Inoltre, stava diventando un personaggio scomodo e troppo vincente.

Tuttavia, la verità è che questa è proprio l’ennesima pessima figura del ciclismo in generale, del ciclismo italiano in particolare.

Tra l’altro, è una situazione diversa rispetto ad altre del passato (ad esempio il caso di Ivan Basso), perché questa volta il ciclista è sospeso in seguito ad una positività accertata (anche se mi risulta sia ancora da confermare); altri corridori, invece, sono stati sospesi sulla base di una sospetta positività.
Nel caso di Ivan Basso, ad esempio, la squalifica è stata di 2 anni e la sospensione immediata e l’unica cosa che è stata appurata mi risulta sia che il ciclista aveva pronta una sacca del suo sangue per una autoemotrasfusione. Ma non mi pare sia mai stato provato che sia stata effettivamente utilizzata.