Il Primo Ministro non è eletto dal popolo

La cosa che più mi aveva stupido delle esternazioni di Berlusconi dopo la bocciatura del Lodo Alfano era la sua pretesa di essere eletto dal popolo, e quindi di essere migliore del Presidente della Repubblica o della Corte Costituzionale. Per meglio dire, non mi stupiva tanto la sua affermazione, quanto più il fatto che nessuno la contestasse.

Il Primo Ministro, infatti, non è affatto eletto dal popolo. Neppure si chiama Presidente (come piace a Berlusconi), semmai Presidente del Consiglio, per ricordarsi che non è certo il Presidente degli Italiani, ma soltanto il Presidente del Consiglio dei Ministri, o Primo Ministro appunto.

La nostra Costituzione, che grazie al cielo Berlusconi ancora non è riuscito a cambiare così in profondità, dice che il Primo Ministro è nominato dal Presidente della Repubblica, su indicazione dei partiti eletti alle Camere. Non siamo in una Repubblica Presidenziale.

La legge elettorale è stata via via modificata per portare quanto più possibile all’elezione diretta del Primo Ministro, storcendo le indicazioni della Costituzione.

Oggi, finalmente, trovo un articolo su La Repubblica nel quale, finalmente, si dice quello che ho scritto qui sopra. C’è anche un’ottima analisi che spiega che, in fondo, i voti presi da Berlusconi non sono affatto tanti.

Bocciato il lodo Alfano

La bocciatura del lodo Alfano mi riaccende un minimo di speranza per questo Paese che, altrimenti, mi sembrava ormai allo sfascio totale.

La cosa strana è che basta così poco: ci siamo abituati a tanti e tali continui avvenimenti alucinanti che ci stupiamo di un gruppo di giudici che fa il proprio lavoro senza farsi condizionare dalle minacce di dimissioni e altre varie roboanti conseguenze.

Sciopero dei blog

Alessandro Giglioli dal suo blog lancia un’interessante iniziativa contro la famigerata legge che obbligherà anche i blog, come le testate giornalistiche professionistiche, all’obbligo di rettifica entro 24 ore. Per inciso, si tratta di una legge che contiene una norma a mio avviso assurda, che viene definita “ammazza internet” e che, molto probabilmente, porterà tra le altre cose mi porterà a chiudere questo blog: non ho alcuna intenzione di impegnarmi ad essere sempre reperibile via mail e a modificare questo blog a richiesta, per evitare multe salatissime.

Si tratta di uno sciopero dei blog, cioè una giornata di silenzio dei blogger e, per estensione, di tutti gli utenti attivi su internet. Silenzio sui blog e sui vari social network: Facebook, FriendFeed, Twitter e gli altri.

In molto hanno già aderito (lista 1, lista 2) e in molti altri aderiranno. Anche io aderisco e invito tutti i (pochi) lettori di questo blog a fare altrettanto e a far circolare la notizia.