Sul caso Cosentino

Riporto le parole di Gilioli:

Eccoli qui, i parlamentari italiani che applaudono se stessi per aver negato a un giudice la possibilità di utilizzare intercettazioni su un politico vicino al premier che cinque pentiti indicano come camorrista.

Mettere i bastoni tra le ruote alla giustizia incaricata di scoprire se un uomo del premier è o no un malavitoso, e poi compiacersene applaudendosi.

Ditemi se non è questa la vera, grande antipolitica in Italia.

Pedaggio a Ferrara Sud

Con decreto legge, visto che era “urgentissimo”, si è stabilito che all’entrata e all’uscita dei caselli che danno su raccordi gestiti dall’ANAS, come è il caso di Ferrara Sud, si applichi un aumento forfettario di 1,00 EUR (per le auto), con le modalità descritte qui. Questo in attesa che vengano costruiti i caselli lungo il raccordo stesso.

Nel caso specifico di Ferrara Sud, invece di far pagare il pedaggio lungo il raccordo Ferrara-Lidi a chi effettivamente la percorre, si vanno a punire soprattutto i pendolari che, come me, tutti i giorni fanno il tratto Ferrara Sud – Bologna, senza fare neppure un km del raccordo.

Tradotto, andrò a pagare qualcosa come 250,00 EUR in più all’anno per un servizio del quale non usufruisco, mentre la maggioranza di quelli che ne usufruiscono potranno tranquillamente continuare ad andare al mare partendo da Ferrara, senza passare dal casello e senza pagare una lira (o un euro). Non si può accettare.

Già Ferrara offre poco o nulla dal punto di vista professionale, poi chi sceglie comunque di abitare in questa città anche se non può lavorarci viene vessato in questa maniera.

Non è difficile trovare soluzioni alternative. Ecco alcuni esempi:

  • Chi ha la residenza nel comune di Ferrara e in altri comuni serviti dal casello Ferrara Sud può presentare un permesso per evitare di pagare l’euro aggiuntivo; realizzabile immediatamente.
  • Fare un unico casello ad esempio subito dopo Gualdo per prendere il pedaggio solo a chi effettivamente utilizza la strada.
  • Utilizzare il metodo dell’adesivo sul parabrezza, come in Svizzera, Austria, etc. per riscutere il pedaggio senza dover spendere per costruire e far funzionare il casello.
  • Riscuotere l’euro aggiuntivo (o anche di più per compensare) solo nel fine settimana, per non punire gli spostamenti di lavoro.

Dicono che non mettono le mani in tasca agli Italiani, ma permettono all’ANAS di sfilare dalle mie tasche circa 250,00 in un anno. E non sono soldi che vanno per il miglioramento del servizio, ma vanno a coprire i tagli di fondi che lo Stato passa all’ANAS stessa.

Fortunatamente, qualcosa si muove per organizzarsi contro questa assurdità: il forum FeSudNoTax. C’è anche un gruppo su Facebook per cercare di diffondere il più possibile la protesta.

Ciampi, Berlusconi e Napolitano

Su Il Fatto Quotidiano è apparso qualche giorno fa un articolo nel quale Scalfari racconta dei rapporti tra Berlusconi e Ciampi quando quest’ultimo era Presidente della Repubblica. Il messaggio a Napolitano, perché anche lui prenda più coraggio e si rifiuti di firmare leggi assurde, è chiarissimo.

Avevo sentito uno stralcio dell’articolo durante la rassegna stampa del mattino su Radio3, ma poi ho visto (via ilsenzatetto) che è stato pubblicato integralmente sul blog de Il Fatto Quotidiano.
Ne riporto uno stralcio, ma invito a leggerlo integralmente, perché oltre ad un richiamo a Napolitano c’è anche un ulteriore approfondimento della figura di Berlusconi e del suo modo di trattare con gli altri.

Lo stralcio riguarda la legge Gasparri.

E cosa succede al Quirinale? Qui il ritratto tratteggiato a quattro mani da Scalfari e da Ciampi resta in equilibrio sospeso fra la farsa e il dramma: “La colazione era da poco iniziata – racconta ancora Scalfari – quando Ciampi informò il suo ospite del suo proposito di rinviare la legge alle Camere, come la Costituzione lo autorizza a fare motivando le ragioni del rinvio e i punti della legge da modificare. Berlusconi non si aspettava quel rinvio. Si alzò con impeto e alzò la voce dicendo che quella era una vera e propria pugnalata alla schiena. Ciampi (così il suo racconto) restò seduto continuando a mangiare ma ripeté che avrebbe rinviato la legge al Parlamento. L’altro gli gridò che la legge sarebbe stata comunque approvata tal quale e rinviata al Quirinale”. Le battute del premier sono feroci: “Ti rendi conto che tu stai danneggiando Mediaset e che Mediaset è una cosa mia? Tu stai danneggiando una cosa mia”. La risposta di Ciampi non è da meno: “Questo che hai appena detto è molto grave. Stai confessando che Mediaset è cosa tua, cioè stai sottolineando a me un conflitto di interessi plateale. Se avessi avuto un dubbio a rinviare la legge, adesso ne ho addirittura l’obbligo”. Conclusione di Berlusconi: “Allora tra noi sarà guerra e sei tu che l’hai voluta. Non metterò più piede in questo Palazzo”.

Manifestazione PdL

A proposito del milione di persone di cui hanno parlato ai TG, queste sono le foto scattate dal balcone del vicino di casa di Gilioli de L’Espresso. Lui dice, tra l’altro, che sono state scattate alle 17.40, proprio durante il discorso di Berlusconi.

Sul suo post al riguardo, anche un impietoso confronto con la folla del concerto del primo Maggio.

E cosa dire dei “Tarocchi d’Italia”, dove il volto della Giustizia taroccata è quello di Paolo Borsellino?

L’incompetenza di chi ci governa

Prima hanno clamorosamente sbagliato a presentare le liste elettorali, come ammesso dagli stessi Berlusconi e Bossi.

Ora sono riusciti nell’incredibile opera di sbagliare il decreto legge, fatto tra mille polemiche con l’unico intento di rimediare al pasticcio precedente.

Che brutto spettacolo.

Rispettare la legge

Avrei bisogno anche io di un «decreto interpretativo» che mi chiarisse, finalmente, perché ho sempre pagato le tasse. Perché passo con il verde e mi fermo con il rosso. Perché pago di tasca mia viaggi, case, automobili, alberghi. Perché non ho un corista vaticano di fiducia che mi fornisca il listino aggiornato delle mignotte o dei mignotti. Perché se un tribunale mi convoca (ai giornalisti capita) non ho legittimi impedimenti da opporre. Perché pago un garage per metterci la macchina invece di lasciarla sul marciapiede in divieto di sosta come la metà dei miei vicini di casa. Perché considero ovvio rilasciare fattura se nei negozi devo insistere per avere la ricevuta fiscale. Perché devo spiegare a chi mi chiede sbalordito «ma le serve la ricevuta?» che non è che serva a me, serve alla legge. Perché non ho mai dovuto condonare un fico secco. Perché non ho mai avuto capitali all’estero. Perché non ho un sotto banco, non ho sottofondi, non ho sottintesi, e se mi intercettano il peggio che possono dire è che sparo cazzate al telefono.
Io – insieme a qualche altro milione di italiani – sono l’incarnazione di un’anomalia. Rappresento l’inspiegabile. Dunque avrei bisogno di un decreto interpretativo ad personam che chiarisse perché sono così imbecille da credere ancora nelle leggi e nello Stato.

Michele Serra da L’Amaca su La Repubblica – 7 marzo 2010

(via ciwati e FB)