Buon Natale
Auguri in tethering dalla Puglia
Auguri in tethering dalla Puglia
A proposito dell’idea di Scalfari sulle primarie del PD, mi permetto di riportare per intero il post di Pippo Civati:
Leggendo i giornali di oggi, colpisce la lettura ‘inciucista’ del lodo Scalfari, nelle parole di Marini (con la ‘i’ finale). Perché è del tutto evidente che da alcuni il lodo Scalfari è vissuto come occasione di accordo preventivo tra Bersani e Franceschini, per fare in modo che tutti si sistemino, a prescindere. A Repubblica, Marini dice: «Ci volevano gli ultrasettantenni per sminare l’ordigno che uno statuto sballato aveva messo sotto il partito». Tradotto: abbiamo fatto sei mesi di Congresso, però ora basta mettersi d’accordo, distribuendosi gli incarichi, in una gestione unitaria del partito. Chi perde vota chi vince, comunque vada. E come spiega la Stampa, Bersani «mai farebbe accordi con l'”homo novus” Marino piuttosto che con Franceschini». Nella migliore delle ipotesi, per mesi abbiamo scherzato. Nella peggiore, ci hanno proprio coglionato. Credo che il voto a Marino, in questo quadro, sia un segnale preciso. Di discontinuità e, nello stesso tempo, di positivo condizionamento sulle idee, non sulle persone. Perché se per fare chiarezza, dobbiamo dare da mangiare al gattopardo (una curiosa chimera, tra l’altro, con la testa dell’uno e il corpo dell’altro, contro la quale Ignazio è il caso che non soccomba), allora ci siamo capiti proprio male. Chissà se Scalfari è davvero d’accordo con Marini (e con se stesso).
Mi spiace solo della lettera che Marino ha scritto qualche tempo fa, della quale ero perplesso già allora e che ora, ovviamente, Franceschini utilizza contro di lui.
Dopo oltre 3 settimane di ferie – l’azienda chiude sempre 3 settimane ad Agosto, ma io preferirei prendermi solo 2 settimane a Luglio – il ritorno in ufficio è drammatico: non funziona quasi nulla del sistema informatico e, quindi, si riesce a smaltire solo una piccola parte del lavoro; così si è costretti a lavorare a mezzo regime e intanto le pratiche si accumulano.
Rimettendo in ordine, ho ritrovato una vecchia agenda del 2005, regalo di laurea di alcuni amici e sulla quale avevo annotato i desideri materiali che avevo:
A distanza di 4 anni e mezzo, sorrido vedendo che sono tutti realizzati. L’ultima arrivata è l’automobile nuova, mentre per alcuni oggetti, come il portatile, siamo già alla seconda generazione.
Restano da realizzare molti desideri non materiali, per alcuni dei quali sono sulla buona strada.
Ieri sera ho scoperto una cosa del mio nuovo MacBook Pro 13” che mi ha deluso profondamente.
Il problema riguarda la compatibilità con Boot Camp che, per chi non lo sapesse, è il software di Apple che consente di installare anche Windows e scegliere all’accensione quale dei due sistemi operativi utilizzare (Mac OS o Windows). Si tratta di una caratteristica ampiamente pubblicizzata da Apple, ma che ha dei problemi con gli ultimi MacBook Pro (almeno su quello da 13”, ma credo anche su quello da 15”) usciti a metà 2009. (altro…)
Io aderisco.
Tutte le informazioni sono qui.
E che sia sciopero di tutti gli utenti attivi di internet: sia sui blog, sia su facebook, sia su twitter, friendfeed e quant’altro.
In realtà speravo proprio che si candidasse lei, magari alla guida del movimento dei cosiddetti “piombini”.
Però sono contento dell’intervista che ha rilasciato a La Repubblica, nella quale ad esempio dice:
Che cosa non le piace di Bersani?
“Rappresenta l’apparato. In tutto, linguaggio compreso. Parlano ancora di piattaforma programmatica, un’espressione che proprio non si può più sentire. Non mi sono piaciuti i modi della sua candidatura. Da un anno è un candidato a prescindere, come direbbe Totò. A prescindere dall’avversario, dal segretario in carica, dal risultato elettorale, da tutto”.Quindi, non ha avuto dubbi a schierarsi con Franceschini?
“Nemmeno mezzo. Di qua c’è il progetto del Pd, dall’altra parte c’è D’Alema. Io sto col Pd”.
Io ho grande stima di Bersani per le ottime cose che ha fatto durante l’ultimo governo Prodi e per quello che dice. Però non riesco a sopportare D’Alema, non ci riesco proprio, fin da quando ha fatto cadere il primo Prodi per diventare lui stesso Primo Ministro. L’alleanza tra Bersani e D’Alema, quindi, mi mette in profonda difficoltà.
Il rumore che ha già sollevato questa intervista e, in particolare, la critica a D’Alema, dimostra già quanto la critica stessa fosse puntuale. Ancora una volta Debora è riuscita a dire quello che tantissimi elettori pensano e nessuno del PD ha il coraggio di dire apertamente, così come era successo in quel fantastico discorso che l’ha resa celebre.
C’è bisogno di persone così per poter credere ancora nel PD.
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