La (tragica) situazione del PD

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Oggi ho scritto una lettera ad alcuni amici, e la riporto in parte qui, opportunamente adattata.

Scrivo questo post col cuore in mano e con un enorme peso che ancora mi grava sullo stomaco dopo gli eventi politici di questi ultimi giorni: la pessima idea di candidare Marini, l’impallinatura di Prodi, la prospettiva di un governo di larghe intese con Berlusconi. Negli ultimi tempi ho discusso con molti amici, sentendo una sensibilità ed una passione ma avvertita prima.

Io continuo a credere che solo un grande partito di centrosinistra possa vittoriosamente contrapporsi alla destra di Berlusconi e offrire un’alternativa migliore al facile populismo di Grillo. Di partitini di sinistra, divisi e capaci solo di contrapporsi e restare all’opposizione senza mai governare, ne abbiamo avuti fin troppi.

Prendo atto che Il PD è spappolato. Bisogna solo capire cosa succederà, tra le alternative possibili.

Io ho deciso di non stare a guardare, non lasciare che i soliti furbi si impadroniscano del mio futuro e di impegnarmi al massimo, per quanto posso, per fare in modo che ne venga fuori qualcosa di buono. La versione breve è: al congresso, l’unica speranza è Civati e, per quanto possibile, mi impegnerò per lui. La versione lunga (ma non troppo) continua qui di seguito.

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Il PD potrebbe dividersi tra l’anima ex-ds ed ex-margherita, con la vecchia classe dirigente che sopravviverebbe e si riciclerebbe nelle due forze (D’Alema, Finocchiaro, Fassino, etc. per gli ex-ds, Fioroni, Marini, Veltroni, etc. per gli ex-margherita) nascondendosi dietro i nuovi (ad esempio Barca per gli ex-ds e Renzi per gli ex-margherita), ma pronti a pugnalarli alla prima occasione. Sarebbe un tornare indietro e un riconsegnare l’Italia a Berlusconi, e io non voglio.

Oppure, il PD potrebbe conservarsi immutato, utilizzando sempre qualche figura in evidenza per coprire i vecchi dirigenti, mentre tutte le giovani forze e le giovani intelligenze del PD (ad esempio quelli che hanno ascoltato la base e hanno fatto saltare la candidatura Marini) abbandonerebbero il campo per delusione, per impossibilità di cambiare il partito, per divisioni interne. Oppure, semplicemente, continuerebbero ad essere solo dei gregari. Avremmo un brutto PD (come e peggio di oggi) e uno o più partitini satellite incapaci di realizzare il cambiamento. Anche in questo caso sarebbe un riconsegnare l’Italia a Berlusconi, e io non voglio.

Oppure, infine, si potrebbe riuscire cambiare in profondità il PD grazie all’imminente congresso, riuscendo finalmente a ROTTAMARE una volta per tutte quelli che hanno lavorato nell’ombra per demolire il partito e portarlo sulla strada dell’accordo con Berlusconi (vi ricordo, ad esempio, che Marini ha ammesso di aver complottato con D’Alema per far cadere il governo Prodi, come ricordato qui). Il PD ai “buoni”, e i “cattivi” (cioè tutta la classe dirigente attuale, che ci ha portato a questo sfascio) fuori a farsi il loro partitino da “zero virgola %”. Questa è la soluzione che voglio.

Per quest’ultima soluzione mi impegnerò al massimo al prossimo congresso.

Invito chiunque abbia avuto la pazienza di leggere fino qui a fare altrettanto. Prendere la tessera del PD per contare di più dentro al partito, per partecipare fino in fondo alla fase congressuale e per evitare di lasciarlo ai “cattivi” sarebbe il massimo. So che è difficile, ma è veramente l’ultima spiaggia.
Se, come è comprensibile, non c’è la volontà di iscriversi al PD o solo l’idea addirittura genera disgusto, invito almeno a non farsi prendere dallo sconforto quando sarà il momento di andare a votare alle primarie per eleggere il segretario. In quell’occasione si dovrà scegliere tra la conservazione e il cambiamento, e quale cambiamento preferire, e sarebbe un peccato cedere al “me ne frego” fascista. Proviamo a credere, per un ultima volta, che si può fare, dimostrando che ci teniamo: “I CARE“, come diceva don Milani. WE CARE.

E’ l’ultima possibilità, non c’è più il tempo di stare ad aspettare. Se non si riesce questa volta, anche per me il PD sarà irrimediabilmente perso. Ma ancora una volta ci voglio provare. Perché, lo ripeto, sono convinto che l’unico modo per uscirne sia un grande partito di centrosinistra e di governo, non mille partitini di opposizione.

PS: per essere chiari, il candidato segretario al congresso che ritengo possa realizzare l’opzione che desidero  è Giuseppe Civati, detto Pippo, che sul suo blog scrive ad esempio queste cose sugli ultimi avvenimenti: