Spiare il Primo Ministro

Prodi

Visto che il treno era in ritardo, decido di comprarmi La Repubblica. Bastano le prime righe dell’articolo di fondo per farmi pensare che, forse, non aveva così torto Umberto Eco ad evidenziare l’importanza della parola scritta su carta rispetto a quella su Internet. Ne parla Mantellini su Punto-Informatico.

Poi, ritrovo quelle stesse parole anche nell’edizione on-line del giornale:

In qualsiasi altro – appena decente – Paese dell’Occidente, che un premier sia spiato da una grande azienda privata di telecomunicazioni sarebbe una notizia coi fiocchi. “Terrebbe” la prima pagina per settimane. Scatenerebbe la curiosità preoccupata dell’opinione pubblica. Costringerebbe i cronisti a rimboccarsi le maniche per afferrare qualche briciolo di notizia autentica. Solleciterebbe il Parlamento a interrogarsi. Magari convincerebbe quelle distratte aule vocianti a istituire addirittura una commissione d’inchiesta. In un qualsiasi altro Paese dell’Occidente accadrebbe di tutto tranne che la notizia coi fiocchi diventasse una notiziuccia presto seppellita da una coltre di silenzio. E dunque Prodi ha ragione a dolersene con El Pais. È vero: “È avvenuto un abuso molto grave”.

Le scrive Giuseppe D’Avanzo, è l’articolo di fondo di La Repubblica di oggi, 17 ottobre 2006 ed è anche su Internet col titolo Qualche domanda al premier spiato (e ciò smentisce in parte l’importanza della carta stampata rispetto ad Internet, ma credo che non l’avrei letto se non l’avessi trovato sul giornale di carta).
Sono parole molto vere e tristi. L’articolo, poi, prosegue interrogandosi su un altro silenzio, quello di Prodi e degli altri politici che avrebbero potuto sapere della situazione già da mesi, ma non hanno detto nulla.
Però mi chiedo: perché mai neppure tra i Blog, che pure dovrebbero permettere una informazione meno controllata, ha trovato molto spazio la notizia delle intercettazioni a Prodi?

Questa è anche l’occasione per un’ulteriore osservazione. In questo post cito un articolo, ne riporto parte del contenuto, insieme all’autore, alla fonte e alla data. Ciò è un diritto sancito dalle norme sul diritto d’autore, una diretta conseguenza del concetto di Libertà di Stampa e diritto di informazione. Fino ad oggi.
La nuova finanziaria potrebbe tarpare le ali ed impedire questo uso delle notizie. In altri termini, chiunque riprenda informazioni da giornali e riviste deve pagare per poterlo fare, anche solo per diritto di cronaca; se giornali o riviste “prendono spunto” da blog o altri siti, non pagheranno nulla. L’interpretazione della norma è ancora controversa, ma certo ha un sapore decisamente illiberale. Approfondimenti su Punto-Informatico.
Per quello che so, ancora non si sa come applicare tale legge, perciò spero di non finire in carcere a causa di questo post.
[tags]intercettazioni, prodi, diritto d’autore, finanziaria[/tags]

8 Risposte a “Spiare il Primo Ministro”

  1. Tranqui Serg. ora che lavoro in uno studio di super avvocheti farti uscire di galera diventa una passeggiata di salute=)

    Aiuto, qui sotto ci sono delle scritte blu di cui ignoro il significato. Ignoro io, eh.

  2. Non so se nel frattempo hai letto qualche precisazione in giro per la rete (io ho scritto qualcosa nei commenti del blog di Fulvia Leopardi; qualche tempo dopo, altri hanno fatto lo stesso nei commenti di Macchianera). Comunque non c’è da preoccuparsi: la norma si riferisce quasi esclusivamente alle rassegne stampa televisive e radiofoniche (che, mi pare, sono GIA’ oggetto di accordi economici). I blog possono continuare a citare i giornali per le solite ragioni legate alla cronaca e alla discussione, e i giornali possono continuare a citare i blog.

  3. Matteo, ho letto che c’è chi pensa che quella sia l’interpretazione, ma non ho ancora capito come cavolo si possa interpretare così quell’articolo.
    Anche considerando che non è una sostituzione, ma un’aggiunta, ciò che ne vien fuori secondo me è:
    – giornali e riviste (e i blog non appartengono a questa categoria, vedi avv. Minotti) possono continuare a prendere spunto da qualunque fonte, citando fonte ed autore, e gratuitamente, a parte altri giornali e riviste
    – chiunque, per prendere spunto da giornali e riviste, deve pagare

    Che poi vuol dire che ci prendono quello che scriviamo per diritto di cronaca, ma se noi riportiamo quello che scrivono loro dobbiamo pagare.

    Che poi non sarà applicata così, me lo auguro e mi pare probabile.

  4. L’interpretazione era sostanzialmente di tipo sistematico, cioè considerava la parte della legge nella quale l’articolo andava inserito. Guarda, visto che fai riferimento a Minotti: più che il suo post, leggi appena sotto il commento di tale Loud, che a mio avviso è ancora più preciso. Comunque ne parlo al passato, perchè a quanto ho sentito l’articolo verrebbe stralciato in sede di conversione, per cui probabilmente ogni discorso del genere sarà inutile.

  5. scuole private in Italia non sono solamente quelle in mano al clero, ce ne sono di giovani, organizzate e condotte dai sindacati che si occupano di formazione. lodevole impegno ma dove sono gli ispettori? chi sono?

    questo paese sembra quello di Alcapone con sindacalisti che siedono dove non dovrebbero essere o che arrivano ad essere guida delle RSU e componenti dei Consorzi industriali!

    Ora capisco il ritardo di uno sciopero generale più che dovuto!

  6. […] Come dicevo qualche giorno fa, trovo fondamentale che se ne parli. Ognuno dice la sua, come sempre, qualcuno ha ragione e qualcuno torto, o forse una via di mezzo. Il punto chiave è l’importanza di parlare di un fatto che è veramente scandaloso, un fatto che dovrebbe toccare profondamente il nostro senso della democrazia. Spiare un leader politico è grave, soprattutto se dovesse essere confermato il sospetto che il Governo di allora (che poi è quello appena precedente, cioè il secondo Governo di Berlusconi) è coinvolto. […]

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