Cina, Bush, lagoai

Solo una piccola riflessione sul caso cinese, per nulla suffragata da fatti. Semplicemente una mia paura.

Dopo il viaggio di Bush e il post di Facci (strano accostamento non c’è che dire) sui laogai, la risonanza che sta avendo il problema del rispetto dei diritti in Cina sembra decisamente troppo poca. Eppure questi avvenimenti sarebbero l’occasione buona per parlarne, invece tutto è stato coperto da sorrisi di circostanza. Per inciso, i laogai sono una sorta di variazione cinese sul tema campi di concentramento e gulag.

Eppure la storia dovrebbe insegnare. Una potenza può prosperare basandosi sullo sfruttamento delle persone, ma non per sempre. Chi è sottomesso tende a ribellarsi, da sempre. Per continuare a prosperare e imporsi sul mondo, una potenza può passare facilmente all’uso della guerra. I casi di Germania, America e URSS, solo per citare gli ultimi, mi sembrano sufficienti.
Tutte le volte che ho studiato a scuola il modo in cui è iniziata la seconda guerra mondiale, mi chiedevo perché hanno permesso alla Germania di arrivare a tanto prima di fare qualcosa.

Io comincio a temere seriamente la Cina e il momento in cui popolo cinese reagirà.

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Una risposta a “Cina, Bush, lagoai”

  1. “Tutte le volte che ho studiato a scuola il modo in cui è iniziata la seconda guerra mondiale, mi chiedevo perché hanno permesso alla Germania di arrivare a tanto prima di fare qualcosa.”

    Io, invece, tutte le volte che che ho studiato a scuola il modo in cui è finita la stessa mi sono chiesta come sia possibile che, in proporzione ai danni materiali+concettuali che hanno fatto, delle simpatiche bombe atomiche non si parli mai abbastanza.
    Ciao, E.

    P.S. Per lasciarti un commento vuoi anche il codice fiscale???

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