Ci siamo. Sono …

Ci siamo.
Sono partite le prime denunce. 30 Italiani accusati per il file-sharing. Si tratta soprattuto di persone che gestivano server opennap, ovvero server su cui non c’era nessun file illegale, ma che consentivano lo scambio fra utenti di qualsiasi materiale, legale e non.
Ma vi sembra possibile? Questo è anche uno degli aspetti più scandalosi del decreto Urbani, cioè l’idea che il p2p sia sempre e comunque illegale, e che sia illegale anche il parlarne.
Ma come si fa? Il p2p è legale. Legalissimo. Usarlo in certi modi può diventare illegale. Ci sono distribuzioni di Linux (Mandrake ad esempio) che per gestire al meglio l’uso della loro banda distribuiscono il proprio software tramite p2p (nello specifico BitTorrent), ed è solo uno dei tanti usi legali che se ne può fare.
E invece le autorità continuano a credere il contrario, limitando di fatto la nostra libertà di parola perchè ormai tutto, compreso questo post, potrebbe essere considerato favoreggiamento. ASSURDO!
Il direttore della FIMI, in questa intervista, difende l’operato delle forze dell’ordine e afferma che le indagini hanno portato alla luce altre condotte illecite di queste persone: per qualcuno anche qualche sospetto di pedopronografia; per tutti il ritrovamento di altro materiale pirata in casa, tipo cd musicali copiati (chi è senza peccato scagli la prima pietra… neanche una vecchia compilation su cassettina??).
Tutto questo mentre fonti autorevoli affermano che il fenomeno della pirateria on-line non danneggi affatto il mercato discografico.
Io credo che la gdf potrebbe benissimo pescare a caso un nominativo di età inferiore ai 45 anni (tanto per dire un numero), e facendo una perquisizione a casa avrebbe il 99,9% delle probabilità di trovare qualcosa di pirata.
Per fortuna, ancora forse la copia per uso personale non è reato penale. Ma per quanto?

Il paradosso è che contemporaneamente si apre il dibattito sull’acquisto di musica on-line. Perchè paradosso? Qualche servizio è già disponibile anche in Italia, ma sono ancora piccole cose, il vero business, quello di Apple, è ancora lontano dall’Europa, e addirittura si vocifera che quando partirà, il servizio non sarà disponibile in Italia perchè la legislatura è troppo problematica per offrire servizi del genere.
No comment.
Ad oggi comunque, il servizio di acquisto di musica on-line in Italia è disponibile solo per piattaforma windows. E io trovo sia un serpente che si morde la coda.
Se una persona, con poche possiblità economiche, vuole fare tutto nella legalità e a poco prezzo non può. Installare un sistema operativo legale e gratuito (tipo Linux) e poi scaricare illegalmente la musica, o installare un sistema operativo costosissimo (tipo windows), o magari usando una copia pirata, e poi scaricare la musica legalmente a basso prezzo?
Il ministro Urbani dovrebbe preoccuparsi di diffondere la cultura, di cui fanno parte anche musica e film, e non certo di renderla ancora più esclusiva.

2 Risposte a “Ci siamo. Sono …”

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